Dopo quasi 20 anni l’arcivescovo Menamparampil visita i cristiani del Bhutan
Nonostante siano costretti a pregare nelle proprie abitazioni, discriminati nell’istruzione
e nelle cariche pubbliche e sempre tenuti sotto osservazione dalle autorità, i cristiani
in Bhutan sono in costante aumento. E’ quanto emerge dalla recente visita nel Paese
asiatico di mons. Thomas Menamparampil, arcivescovo di Guwahati (India). Il presule
racconta all'agenzia AsiaNews il suo viaggio iniziato lo scorso 9 marzo e concluso
in questi giorni, durante il quale ha verificato la situazione dei cristiani in nove
fra città e villaggi del Paese. L’arcivescovo è riuscito a realizzare la visita grazie
ad un programma di formazione per i giovani bhutanesi, dopo quasi 20 anni di divieti
continui delle autorità. Mons. Menamparampil ha raccontato di avere avuto l’impressione
“di vivere ai tempi degli Atti degli apostoli”. “Molti gruppi di fedeli sono organizzati,
- ha aggiunto il presule - altri hanno dato l’impressione di essere dei cristiani
fai da te. Tuttavia abbiamo avvertito in mezzo a loro una sensazione di calore, intimità,
fiducia, entusiasmo e attesa che ci ha testimoniato la presenza viva dello Spirito
tra quella gente”. Complessivamente i fedeli sono oltre 10mila e le conversioni avvengono
specialmente tra le comunità di origine nepalese. La presenza dei monaci buddisti
è ancora molto rilevante nel Paese, orgogliosa della propria supremazia e dell’importanza
della cultura buddista in Bhutan. Il concetto di cultura infatti è un argomento molto
sensibile in Asia: la maggior parte delle persone non riesce a distinguere tra cultura
e religione. In questa situazione, comunicare il cristianesimo diventa possibile solo
se non vengono compromesse le varie identità culturali. (G.P.)