2011-03-24 14:30:54

Dopo quasi 20 anni l’arcivescovo Menamparampil visita i cristiani del Bhutan


Nonostante siano costretti a pregare nelle proprie abitazioni, discriminati nell’istruzione e nelle cariche pubbliche e sempre tenuti sotto osservazione dalle autorità, i cristiani in Bhutan sono in costante aumento. E’ quanto emerge dalla recente visita nel Paese asiatico di mons. Thomas Menamparampil, arcivescovo di Guwahati (India). Il presule racconta all'agenzia AsiaNews il suo viaggio iniziato lo scorso 9 marzo e concluso in questi giorni, durante il quale ha verificato la situazione dei cristiani in nove fra città e villaggi del Paese. L’arcivescovo è riuscito a realizzare la visita grazie ad un programma di formazione per i giovani bhutanesi, dopo quasi 20 anni di divieti continui delle autorità. Mons. Menamparampil ha raccontato di avere avuto l’impressione “di vivere ai tempi degli Atti degli apostoli”. “Molti gruppi di fedeli sono organizzati, - ha aggiunto il presule - altri hanno dato l’impressione di essere dei cristiani fai da te. Tuttavia abbiamo avvertito in mezzo a loro una sensazione di calore, intimità, fiducia, entusiasmo e attesa che ci ha testimoniato la presenza viva dello Spirito tra quella gente”. Complessivamente i fedeli sono oltre 10mila e le conversioni avvengono specialmente tra le comunità di origine nepalese. La presenza dei monaci buddisti è ancora molto rilevante nel Paese, orgogliosa della propria supremazia e dell’importanza della cultura buddista in Bhutan. Il concetto di cultura infatti è un argomento molto sensibile in Asia: la maggior parte delle persone non riesce a distinguere tra cultura e religione. In questa situazione, comunicare il cristianesimo diventa possibile solo se non vengono compromesse le varie identità culturali. (G.P.)







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