Nepal: i cristiani protestano contro il governo per la sepoltura dei morti
Centinaia di cristiani hanno protestato oggi nella capitale per chiedere al governo
locale un posto dove seppellire i propri morti. Con lo slogan “abbiamo diritto a seppellire
i morti, dove’è il nostro cimitero”, circa mille manifestanti hanno bloccato parte
del centro di Kathmandu, sfilando davanti agli uffici governativi con delle bare vuote.
La protesta - riferisce l'agenzia AsiaNews - avviene dopo l’ennesimo scontro tra cristiani
e autorità del tempio indù di Pashupatinath. Queste non vogliono concedere la vicina
foresta di Shleshmantak come cimitero, nonostante la sentenza della Corte suprema
che lo scorso 20 marzo ha ordinato ai leader indù di non vietare le sepolture. Per
evitare nuove polemiche, il governo ha promesso che assegnerà un nuovo sito entro
il 25 marzo. “Le autorità – afferma Sundar Thapa, cristiano protestante e leader della
manifestazione - devono darci un posto dove poter seppellire i morti secondo la nostra
tradizione”. Secondo la comunità cristiana l’inerzia di governo centrale e amministrazione
cittadina ha costretto molti fedeli a cremare i propri cari. I leader cristiani sottolineano
che gli indù impediscono le sepolture anche altre regioni del Nepal e chiedono al
governo un provvedimento per assegnare aree adibite a cimiteri in tutti i 75 distretti
del Paese. In questi anni la speculazione edilizia a Kathmandu ha ridotto le aree
per la sepoltura e i costi dei terreni liberi sono così alti che nessuna delle comunità
cristiane può acquistarli. Fino al 2006 l’induismo è stata la religione ufficiale
del Nepal. Per tradizione gli indù cremano i propri morti e nel Paese non esistono
cimiteri ufficiali. Costretti a utilizzare una tomba per più corpi, cristiani, musulmani,
baha’i e indigeni hanno chiesto al governo centrale di concedere a basso costo delle
aree da adibire a cimitero. (R.P.)