In Libia prosegue l’operazione militare. L’Italia spinge per il Comando Nato, ma
la Francia frena. Civili usati come scudi umani. In serata consiglio di Sicurezza
Onu
L’intervento armato in Libia al centro, questa sera, del Consiglio di sicurezza dell'Onu.
La riunione a porte chiuse è stata convocata per le ore 20 dalla Cina e sollecitata
dalla Russia che esprimono perplessità sulla missione Nato. Intanto sul terreno il
terzo giorno dell’operazione militare “Odissea all’alba” ha fermato, secondo il Pentagono,
l’avanzata verso Bengasi delle truppe fedeli a Gheddafi che hanno distribuito armi
al popolo. Almeno 11 le vittime. E sul dibattito per la guida della missione internazionale,
gli Stati Uniti in serata avvertono: ridurremo presto la nostra partecipazione alle
operazioni. Per la Casa Bianca la resa di Gheddafi è l'obbiettivo definitivo. Il servizio
è di Gabriella Ceraso:
La Nato “è
disponibile a venire in sostegno'' dell'intervento della coalizione internazionale
in Libia ''entro pochi giorni''. Lo assicura la Francia dalla riunione dei ministri
degli esteri europei oggi a Bruxelles. Per l’Italia è fondamentale un ombrello Nato
per le operazioni in Libia: il ministro Frattini ha detto che senza un comando dell’Alleanza
Atlantica, Roma avvierà una riflessione sull'uso delle sue basi”. E in serata nuovo
intervento di Parigi: “Il coordinamento delle diverse forze della coalizione in Libia
''funziona bene anche senza un comando unico'' integrato e per il momento la Nato
non ha alcun ruolo” fa sapere il ministero della difesa di Parigi. Da Bruxelles Laura
Forzinetti:
Quindi l’Italia
chiede un veloce passaggio della missione libica sotto il comando Nato. E’ emerso
anche dal Consiglio dei ministri straordinario di oggi, nel corso dl quale la maggioranza
ha cercato di ricomporre i dissidi interni sulla vicenda. E il ministro della Difesa
La Russa dice sì al voto del Parlamento così come sollecitato dalle opposizioni. Sull’intervento
in Libia interviene anche il presidente della Repubblica: ''Qualsiasi preoccupazione
e' pienamente legittima e va rispettata – ha detto Napolitano - ma non potevamo
e non possiamo sottrarci alle nostre responsabilità”. In serata il premier Berlusconi
ha spiegato: "I nostri aerei non hanno sparato e non spareranno". Il servizio è di
Giampiero Guadagni: