2011-03-21 14:23:59

Il cardinale Sandri: i cristiani di Terra Santa non si rassegnino alla mancanza della pace


La Terra Santa ha bisogno si sperare nella pace: è quanto sottolinea il cardinale Leonardo Sandri nella Lettera per la Colletta del Venerdì Santo, pubblicata oggi. Il Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali esorta tutti i fedeli ad unirsi al Papa per incoraggiare, spiritualmente e concretamente, i cristiani del Medio Oriente, che sperimentano l’attualità del martirio e l’assenza della pace. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3

La Terra Santa “attende la fraternità della Chiesa universale e desidera ricambiarla nella condivisione dell’esperienza di grazia e di dolore che segna il suo cammino”: è quanto scrive il cardinale Leonardo Sandri, sottolineando il dovere della solidarietà, un impegno che risale all’epoca apostolica. Il porporato esprime il “dolore per l’acuirsi delle violenze verso i cristiani nelle regioni orientali, le cui conseguenze si avvertono fortemente in Terra Santa”. I cristiani d’Oriente, constata con amarezza, “sperimentano l’attualità del martirio e soffrono per l’instabilità o l’assenza della pace”. E aggiunge che “il segnale più preoccupante rimane il loro esodo inarrestabile”. Qualche segno positivo, prosegue, “non è sufficiente, infatti, ad invertire la dolorosa tendenza dell’emigrazione cristiana, che impoverisce l’intera area delle forze più vitali costituite dalle giovani generazioni”.

La Lettera esorta dunque i fedeli ad unirsi “al Santo Padre per incoraggiare i cristiani di Gerusalemme, Israele e Palestina, di Giordania e dei Paesi orientali circostanti, con le sue stesse parole: ‘Non bisogna mai rassegnarsi alla mancanza della pace. La pace è possibile. La pace è urgente’”. L’appello alla Colletta, ribadisce, “si inscrive nella causa della pace, di cui i fratelli e le sorelle di Terra Santa desiderano essere efficaci strumenti nelle mani del Signore” per il bene delle popolazioni. La Congregazione per le Chiese Orientali, soggiunge il cardinale Sandri, “si fa portavoce delle necessità pastorali, educative, assistenziali e caritative” delle Chiese del Medio Oriente. Grazie alla universale solidarietà, si legge nella Lettera, queste Chiese “rimarranno inserite nelle sofferenze e nelle speranze dei rispettivi popoli”, “difenderanno i diritti e i doveri dei singoli e delle comunità a cominciare dall’esercizio personale e pubblico della libertà religiosa” e “si porranno al fianco dei poveri, senza distinzione alcuna, contribuendo alla promozione sociale del Medio Oriente”.







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