Yemen: il dolore dopo la strage di venerdì. Proteste in Siria e Bahrein
Non accennano a fermarsi le proteste antigovernative che stanno scuotendo i Paesi
arabi: dopo la discesa in piazza di manifestanti anche in Siria, in Arabia Saudita
decine di persone si sono riunite oggi davanti al Ministero dell’interno. In Bahrein,
si conta una nuova vittima, mentre nello Yemen grande commozione al funerale delle
vittime negli scontri di venerdì scorso a Sana’a. Ci riferisce Roberta Barbi:
Una folla
commossa si è riunita oggi a Sana’a, capitale dello Yemen, per i funerali delle 52
vittime degli scontri di venerdì scorso tra polizia e manifestanti, che hanno causato
anche 200 feriti. Un duro monito contro “l’uso eccessivo della violenza” da parte
delle autorità è arrivato anche dalla Conferenza islamica, organizzazione che riunisce
56 Paesi musulmani. Il governo di Saleh, intanto, continua a perdere pezzi: si è dimessa
in mattinata Houda al-Baan, ministro per i Diritti umani, che ha spiegato di volersi
dissociare nettamente dal “massacro dei dimostranti”. In Siria, intanto, le autorità
hanno annunciato la liberazione dei 15 giovani, tutti al di sotto dei 16 anni, detenuti
da una decina di giorni a Damasco per aver scritto slogan contro il regime. Il loro
arresto ha scatenato la protesta in corso per il terzo giorno consecutivo nella città
meridionale di Deraa, dove venerdì erano rimasti uccisi quattro civili. L’opposizione
sciita in Bahrein riferisce della morte di un uomo fermato due giorni fa dalla polizia,
mentre nella notte è stato arrestato il capo del Centro locale per i diritti umani,
Nabil Rajab, che nei giorni scorsi aveva diffuso sui media accuse contro il governo,
colpevole di reprimere nel sangue le rivolte. Infine, stamani, decine di persone vestite
in abiti tradizionali si sono riunite davanti alla sede del Ministero dell’interno
a Riad, in Arabia Saudita, per chiedere il rilascio dei loro parenti incarcerati durante
le proteste dei giorni scorsi: una quindicina di loro sono stati tratti in arresto.