2011-03-19 15:13:40

Yemen: 52 i morti nella strage di Sanaa, la polizia spara ad Aden


E’ sempre alta tensione nello Yemen. Dopo gli scontri di ieri nella capitale Sana'a, costati la vita ad almeno 52 persone, in mattinata la polizia ha sparato di nuovo sui manifestanti ad Aden, nel sud del Paese. Un primo bilancio parla di 4 feriti. Intanto anche oggi, decine di migliaia di persone sono scese in piazza del Cambiamento nella capitale per chiedere le dimissioni del presidente Ali Abdullah Saleh, da 32 anni al potere. Dura la condanna della comunità internazionale, a partire da quella del presidente Usa, Obama, del responsabile della politica estera Ue, Catherine Ashton e del segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon.

Siria: quattro manifestanti uccisi da forze dell’ordine
Le proteste antigovernative raggiungono anche la Siria. Almeno 4 persone sono morte e altre decine sono rimaste ferite in scontri tra polizia e manifestanti ieri sera a Deraa, nel sud del Paese, dove migliaia di cittadini sono scesi in piazza in quello che è stato battezzato il “venerdì della dignità”. Da Washington è arrivata la dura condanna della Casa Bianca per ogni atto di violenza contro i civili, critiche anche dall’Onu che definisce la repressione "inaccettabile". Intanto, un’imponente manifestazione organizzata tramite Facebook è prevista oggi ad Homs, a nord di Damasco.

Sciiti in piazza in Iraq e in Iran contro la rivolta in Bahrein
Diverse migliaia di sciiti iracheni sono tornati a manifestare stamani nel sud dell'Iraq contro la repressione delle proteste sciite nel Bahrein e l’invio di truppe saudite a Manama, mentre da ieri il parlamento di Baghdad ha sospeso per dieci giorni i lavori in segno di dissenso contro l’uso della forza da parte delle autorità nell’arcipelago del Golfo. Manifestazione anche in Iran dove centinaia di manifestanti hanno preso d’assalto il consolato saudita di Mashhad, chiedendo la fine della repressione in Baherin.

Egitto: seggi aperti per referendum sulle riforme costituzionali
Seggi aperti da questa mattina in Egitto per il referendum sulle riforme costituzionali che dovrebbero consentire entro sei mesi le prime elezioni libere dopo la cacciata di Hosni Mubarak, avvenuta l'11 febbraio. I 45 milioni di aventi diritto dovranno esprimersi tra l’altro sulla limitazione del numero di mandati presidenziali, sull’allentamento delle restrizioni per candidarsi, sul rafforzamento del controllo della magistratura sulle elezioni e sull’abolizione del potere presidenziale di ordinare processi militari contro i civili. Contrari alcuni esponenti dell’opposizione come Mohammed El Baradei che chiede una Costituzione completamente nuova prima di andare alle urne.

Immigrazione: nuovi sbarchi, Lampedusa al collasso
Situazione sempre più critica a Lampedusa dove il centro di accoglienza è al collasso con quasi 3 mila persone, a fronte di 850 posti disponibili. Altri 378 migranti sono sbarcati nella notte sull’isola siciliana. Tra i migranti, per lo più provenienti dal Maghreb, molte donne e bambini. Solo ieri erano giunti sull’isola altre 500 persone. Oggi è previsto l’arrivo dell’esercito e dovrebbero riprendere i trasferimenti degli immigrati verso altri centri italiani.

Brasile
In Brasile, un corteo di protesta contro la visita del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, si è trasformato in una vera e propria guerriglia tra manifestanti e polizia, questa notte a Rio de Janeiro. All’origine dei disordini, il lancio di una bottiglia molotov contro il consolato Usa della città che avrebbe ferito una guardia di sicurezza. La polizia ha risposto con spari di pallottole di gomma e bombe lacrimogene. In mattinata, il presidente Obama giungerà a Brasilia dove sarà ricevuto dalla presidente del Brasile, Dilma Rousseff. Domenica invece, è atteso a Rio de Janeiro dove fra l’altro visiterà con la famiglia una favela. (Panoramica internazionale a cura di Cecilia Seppia e Maria Pia Iacapraro)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 78







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