2011-03-19 14:15:04

Etiopia. Il vescovo di Nekempte: motivi politici dietro le violenze interreligiose


Dietro alle violenze dei giorni scorsi tra cristiani e musulmani nell’Etiopia sud-occidentale ci sono estremisti che cercano di “usare la religione per destabilizzare la pace e i conseguenti conflitti a fini politici”. È quanto afferma all’agenzia Cns mons. Theodorus van Ruijven, vescovo di Nekempte. Nell’intervista il presule di origine olandese conferma che i rapporti interreligiosi tra la maggioranza musulmana e la minoranza cristiana nella zona stanno peggiorando in modo preoccupante, grazie all’istigazione di alcuni predicatori islamici provenienti anche dalla vicina Somalia. Gli scontri, scoppiati il 2 marzo scorso con l’accusa da parte di un musulmano ad alcuni cristiani di aver dissacrato una copia del Corano, hanno causato almeno un morto e una dozzina di feriti, l’incendio di diverse chiese e scuole protestanti e ortodosse e altri danni materiali. Finora essi non hanno coinvolto la piccola comunità cattolica locale (appena l’1% della popolazione), nei cui confronti - ha detto mons. van Ruijven - i musulmani hanno sinora avuto “un atteggiamento diverso”. Secondo il presule, anche l’atteggiamento di alcuni gruppi protestanti locali ha contribuito ad alimentare il clima di scontro con la comunità musulmana. Chiarezza su quanto accaduto è stata chiesta dal pastore Wakseyoum Idosa, presidente della Chiesa evangelica etiopica il quale ha dichiarato che i leader cristiani stanno lavorando insieme al Consiglio Supremo Islamico etiopico per ripristinare la pace nella regione. I leader musulmani locali hanno promesso, da parte loro, di aiutare la ricostruzione degli edifici distrutti, mentre il Primo Ministro Meles Zanawi si è impegnato a compiere “passi concreti” per prevenire futuri disordini. (L.Z.)







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