Scontri in Costa d'Avorio: oltre 400 morti, migliaia di sfollati
Resta alta la tensione in Costa d’Avorio, dove alcune zone della vasta area di Abidjan,
roccaforte di Ouattara, riconosciuto a livello internazionale come il vero vincitore
delle ultime elezioni, sono finite sotto il tiro dell'artiglieria pesante dell'esercito
ancora fedele al presidente uscente Gbagbo. E mentre sale a 410 il numero delle vittime
degli scontri tra le fazioni politiche, la Commissione europea ha aumentato da 5 a
30 milioni di Euro l'aiuto destinato alla popolazione. Secondo le ultime stime, sono
circa 380 mila le persone che hanno dovuto abbandonare le loro case a causa delle
violenze. Il servizio di Giulio Albanese:
Se due giorni
fa Ouattara aveva manifestato la disponibilità a formare un governo di unità nazionale
con Gbagbo, ieri ha fatto decisamente marcia indietro, riconoscendo gli ex ribelli
delle forze nuove come il vero esercito ivoriano e dunque delegittimando i militari
fedeli al suo avversario, che non vuole saperne di lasciare il potere. A questo punto,
considerando gli effetti della crisi per l’ordine pubblico, la coesione sociale e
la governabilità del Paese, è necessario non perdere tempo, anche perché la paralisi
è pressochè totale. Al momento, è difficile avere un quadro della situazione sul campo,
anche perché si combatte in varie zone della vasta area metropolitana di Abidjan,
per non parlare degli scontri che si segnalano sul versante occidentale del Paese.
E le divisioni non sono solo tra Gbagbo e Ouattara, ma anche interne, sia all’Unione
africana che alle Nazioni Unite. Pechino in particolare, ha interessi commerciali
importanti in Costa D’Avorio, e vorrebbe mantenere una posizione quanto meno di neutralità
per evitare ripercussioni sugli affari legati al petrolio e al cacao, di cui è produttore
la Costa d’Avorio.