2011-03-17 15:26:22

Presentato a Milano il nuovo Antifonale ambrosiano


E' stato presentato ieri pomeriggio a Milano, nella Chiesa di Santa Maria Annunciata in Camposanto, il nuovo Antifonale ambrosiano. Ce ne parla Fabio Brenna:RealAudioMP3

Un contributo alla riscoperta dell’antico canto ambrosiano: è il nuovo Antifonale ambrosiano, presentato 70 anni dopo l’ultima pubblicazione voluta dal cardinale Schuster. Si tratta di 140 brani, che fanno parte dell’autentico repertorio ambrosiano; la musica occidentale-europea più antica che sia ancora oggi eseguita, come ci conferma Alberto Rusconi, fra i curatori dell’opera:

“Tanti pezzi possono essere ricondotti in maniera abbastanza agevole al IV, al V, al VI secolo. Dal punto di vista musicale, oltre ad un linguaggio musicale proprio e diverso dal canto gregoriano, ha la particolarità di avere alcuni pezzi molto semplici, estremamente semplici, elementari, costruiti su poche note ed altri, invece, fioriti di infiniti melismi e vocalizzi. Passa fra questi due estremi. Il gregoriano è più equilibrato”.

Il nuovo Antifonale si rivolge soprattutto alle Scholae, adeguatamente preparate, anche se non esclude la partecipazione attiva dell’assemblea nel corso delle varie celebrazioni liturgiche. Un canto, quello ambrosiano, che è “esegesi della Parola”, e ne spiega musicalmente i significati più profondi, proponendosi come opportunità di approfondimento per i compositori d’oggi. Un canto perfettamente a suo agio, anche nel rito moderno:

“Non dobbiamo, però, pensare - attenzione! - che il canto ambrosiano, come molti canti gregoriani, sia incompatibile con la partecipazione dell’assemblea. Partecipazione dell’assemblea non vuol dire che tutti devono cantare tutto: vuol dire che ci sono dei pezzi che sono adatti, che hanno un carattere più meditativo e quindi anche più complessi esecutivamente, che possono essere canti dalla Schola, dal coro, dalla Schola cantorum; tanti altri sono però cantabilissimi dall’assemblea, come tutto l’ordinario della Messa, ma anche moltissimi canti possono ridiventare patrimonio non già delle sole Scholae cantorum, ma anche dell’assemblea che canta”. (mg)







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