Algeria. Mons. Rault sulla protesta araba: musulmani e cristiani uniti dalla sete
di dignità e giustizia
“Se vogliamo essere lievito e sale della terra … ciò non può che essere in una forma
di resistenza non violenta alle forze del male, alla maniera di Gesù”: è quanto scrive
mons. Claude Rault sul numero di marzo del mensile della diocesi di Laghouat-Ghardaïa,
in Algeria. Commentando i recenti fatti di cronaca del nord Africa, il presule osserva
che i movimenti che si sono potuti osservare hanno dato prova di una stupefacente
maturità. “Sovente i fenomeni sociali sono violenti, distruttivi e ciechi … ma a parte
gli inevitabili incidenti locali e il caso più particolare della Libia – osserva il
vescovo di Laghouat-Ghardaïa – si è potuta osservare una sorta di intelligenza collettiva,
di partito preso di non violenza, ad accompagnare questa protesta generalizzata, una
esigenza di cambiamenti profondi nella governance e nella giustizia sociale”. Nell’analizzare
quanto sta accadendo nei Paesi arabi, il presule rimarca che non è la pressione islamista
ad aver originato manifestazioni, rivolte e reazioni popolari, ma che si tratta di
qualcosa che scaturisce “dal profondo della coscienza umana, avida di dignità, di
rispetto, di giustizia e di democrazia”, “una sorta di lucidità collettiva che non
manca né d’intelligenza né di saggezza”, qualcosa che ha unito musulmani e cristiani
nello stesso slancio. “Certo, i popoli coinvolti adesso devono gestire questo movimento
e condurlo verso l’avvenire senza che venga sviato dal suo scopo – scrive ancora mons.
Rault – ma come non sperare di vedere il corso della storia svilupparsi nel senso
delle aspirazioni profonde della persona e delle società umane? Non è in questo senso
che soffia lo Spirito? Ciò conduce noi cristiani a molta umiltà. Noi non facciamo
la storia, ma possiamo essere coloro che ne risvegliano al senso”. Infine il presule
ricorda un pensiero di Christian Chessel, uno dei padri bianchi assassinati a Tizi
Ouzou nel dicembre del ’94: “La debolezza dell’apostolo deve essere ad imitazione
di quella di Cristo, radicata nella forza del mistero pasquale e nella forza dello
Spirito. Lungi dall’essere un’attitudine di passività o di rassegnazione, suppone
molto coraggio e spinge ad un impegno per la giustizia e la verità denunciando l’illusoria
seduzione della forza e del potere”. Ed è su questo pensiero che il vescovo di Laghouat-Ghardaïa
propone ai fedeli della sua diocesi di riflettere durante la Quaresima. (T.C.)