150 anni dell’Unità d’Italia. Napolitano: ‘siamo parte di qualcosa di più grande’.
Bagnasco: ‘serviamo il Paese secondo il Vangelo’
L’Italia, e non solo, in festa per i 150 anni dell’Unità. Le celebrazioni aperte ieri
sera a Roma dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, sono proseguite stamane
a nella capitale. Tantissime le iniziative e le manifestazioni di piazza, dalla scorsa
notte in tutta la penisola, ma anche in molte città all’estero, che hanno coinvolto
centinaia di migliaia di persone. A suggellare i festeggiamenti la Santa Messa, promossa
dalla Conferenza episcopale italiana, presieduta questa mattina dal cardinale Angelo
Bagnasco nella Basilica romana di Santa Maria degli Angeli. Il servizio di Roberta
Gisotti.
“Festeggiamo
il meglio della nostra storia”, se “fossimo rimasti in otto staterelli saremmo stati
spazzati via dalla storia, non saremmo diventati un grande Stato europeo”. Così il
presidente Napolitano, in un appassionato intervento a braccio, dal palco allestito
in Piazza del Quirinale, in collegamento con Torino, prima capitale d’Italia ed altre
piazze del Paese:
''Ne abbiamo passate tante e passeremo anche le
prove che abbiamo di fronte in un mondo forse più difficile. Ognuno ha i suoi problemi,
i suoi interessi e le sue idee. Discutiamo e battagliamo. Ma ciascuno di noi deve
sempre ricordare che è parte di qualcosa di più grande, che è appunto la nostra nazione,
la nostra patria, la nostra Italia. E se saremo uniti sapremo vincere tutte le difficoltà
che ci attendono''.
Il pensiero di Napolitano è poi volato fuori
dai confini nazionali, dove anche si festeggia questo anniversario in molte città
del mondo, e così pure tra i soldati italiani impegnati in missioni all’estero. La
giornata di oggi si è aperta con l’omaggio delle più alte cariche dello Stato all’Altare
della Patria.
(musica Inno d’Italia)
Dopo la cerimonia
al Vittoriano - presenti oltre il capo di Stato e il presidente del Consiglio, Berlusconi,
i presidenti di Camera e Senato, Fini e Schifani, e il presidente della Corte Costituzionale
De Siervo - gli stessi si sono recati prima al Pantheon, sulla tomba del primo Re
d’Italia Vittorio Emanuele II, presenti anche i membri della famiglia Savoia, quindi
al Gianicolo dove è stata scoperta una targa della Costituzione, e al nuovo Museo
di Porta San Pancrazio, dedicato alla storia della Repubblica Romana. Dalla folla
applausi ripetuti per Napolitano e contestazioni per Berlusconi. La mattinata celebrativa
si è chiusa con la Messa nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, presieduta dal
cardinale Bagnasco, presidente dei vescovi italiani. Ecco le sue parole:
“Da
questo altare, da dove eleviamo un’intensa preghiera per il nostro Paese, la Chiesa
rinnova il suo amore per l’Italia e la gioia di servire il popolo italiano secondo
il Vangelo”.
“Non è retorica, né tantomeno nostalgia – ha spiegato
il porporato - quella che ci muove, ma la consapevolezza che la Patria che ci ha generato
è una preziosa eredità e insieme una esigente responsabilità”. “L’unificazione – ha
ripreso il cardinale Bagnasco le parole del Papa al presidente della Repubblica –
è il naturale sbocco di un’identità nazionale forte e radicata, sussistente da tempo.”
“E’
questa la vera forza della società e dello Stato, il tesoro più grande da custodire
con amore e da trasmettere alle giovani generazioni”.
Ha sottolineato
il presidente della Cei, “l’identità plurale variegata” dell’Italia, “in cui convivono
peculiarità e tradizioni che si sviluppano in modo armonico e solidale, secondo quello
che don Luigi Sturzo chiamava ‘il sano agonismo della libertà’ e potremmo aggiungere
– ha detto - della operosità”, ricordando il ruolo delle comunità cristiane che “sono
state e sono lievito accanto alla gente”, di “condivisione e di speranza evangelica”,
sorgente generatrice del senso della vita, memoria permanente di valori morali”:
“Come
non esprimere, poi, affetto ed ammirazione per Roma, capitale d’Italia, memoria vivente
della nostra storia plurimillenaria e provvidenziale sede del Successore di Pietro,
centro della Cattolicità!”
Riferendosi all’oggi il cardinale Bagnasco
ha invitato ad uscire “dalla trappola di un individualismo che ha mostrato chiaramente
le sue falle e i suoi inganni” per ritrovare “un bene più ampio e a misura umana,
che “tutti desideriamo”. “L’uomo non è una monade gettata per caso nel caos” “ma
è relazione di persone, come Dio-Creatore è relazione di persone nell’intimità del
suo essere”. Da qui l’ammonimento a non perdersi “in una libertà innamorata di sé”,
dove “l’individuo è destinato a trovarsi solo con se stesso”, e la società a divenire
“frammentata e insicura”, “pauorosa e aggressiva, ripiegata e autoreferenziale.”
Le
celebrazione per l’Unità d’Italia proseguono nel pomeriggio nell’Aula di Montecitorio:
c’è attesa per il discorso del capo di Stato al Parlamento e alla Nazione.