Le donne africane vivono un momento di protagonismo sulla scena mondiale: numerosissimi
organismi femminili e reti di associazioni di donne stanno fiorendo a livello locale;
forum, campagne e altre iniziative internazionali sono la prova tangibile che è in
atto una presa di coscienza ufficiale riguardo al loro ruolo. Nel dicembre scorso
l’Unione Africana ha lanciato la “Decade 2010 – 2020 per la promozione della donna
nel continente”, una campagna per sensibilizzare sul legame imprescindibile che vige
tra il rispetto dei diritti della popolazione femminile e la crescita del continente,
dal punto di vista economico e sociale. Certo, molto deve essere ancora fatto
affinché le donne vedano riconosciuta una piena parità di diritti, in Africa e nel
mondo. A conclusione della settimana in cui si è celebrata la Giornata Internazionale
delle Donne, la Radio Vaticana vuole con questo Editoriale rendere omaggio a tutte
le donne africane, che ogni giorno partecipano al progresso del continente. Proponiamo
dunque alcuni passaggi contenuti nel discorso di Benedetto XVI alle associazioni femminili
angolane - tenuto nel 2009 in occasione del Viaggio Apostolico in Angola e Camerun. Nel
discorso di Luanda, con riferimento alle donne Benedetto XVI ha espresso la necessità
che la “dignità nella diversità” venga percepita come un imperativo, e condivisa da
tutti: cittadini e istituzioni politiche, popolazione maschile e femminile. Il Santo
Padre ha insistito sulla profonda comunione che l’uomo e la donna sono chiamati a
vivere, in un vicendevole riconoscimento e dono di se stessi al fine di concorrere,
insieme, al bene comune. Nell’epoca contemporanea, sempre più il calcolo e il pragmatismo
tendono a dominare anche le relazioni tra le persone: la sensibilità e l’intuito femminile
costituiscono certamente un deterrente a tale “disumanizzazione dell’essere umano”. Eppure,
la rappresentazione storica dell’Africa trae spesso in inganno: si ha l’abitudine
di ricordare quasi esclusivamente le azioni e le conquiste degli uomini. Nelle terre
dove abbonda la povertà, nelle regioni devastate dalla guerra, nelle comunità stravolte
dalle migrazioni forzate, invece, oggi le donne si assumono la funzione essenziale
di mantenere intatta la dignità umana, difendono la famiglia e tutelandone i valori
culturali e religiosi. Nel rivolgersi alle associazioni femminili angolane, Benedetto
XVI ha invitato dunque a riconoscere come essenziale il ruolo pubblico delle donne,
senza tuttavia dimenticare la loro insostituibile funzione in famiglia. Ha ricordato
come, a livello personale, la donna senta la propria dignità non tanto quale risultato
dell’affermazione di diritti sul piano giuridico, ma come diretta conseguenza delle
attenzioni materiali e spirituali ricevute nel cuore della famiglia.
Nell’immaginario
collettivo, l’Africa viene spesso rappresentata come “un continente che cammina con
i piedi delle donne”, perché finalmente le donne iniziano ad emergere in quanto “protagoniste”
di azioni determinanti, anche in ambito pubblico, di associazionismo, nella microimpresa. Ne
rende una testimonianza,ad esempio, Pauline Kashale, originaria del Congo
ma da anni residente in Italia. Dopo gli studi universitari, Pauline è tornata in
Africa per creare una Fondazione al servizio delle donne del suo Paese, la FONDARC-Fondazione
Arcobaleno. Alla Radio Vaticana Pauline ricorda che non è proprio nella natura
delle donne dichiarare guerra. Quindi nelle situazioni di conflitti armati le donne
possono e devono indicare delle vie per costruire la pace e per l’evoluzione delle
società. È necessario un maggiore inserimento delle donne, non solo a livello politico
ma in tutti i campi della vita della comunità.
La Chiesa condivide l’amarezza
per il poco valore che l’Africa e, in generale, la Comunità Internazionale riconoscono
ufficialmente all’opera delle donne, che sono, di conseguenza, ancora troppo poco
presenti in ambito pubblico. Per il futuro, c’è molto bisogno di donne tra le rappresentanze
politiche, perché è a quel livello che si assumono decisioni, lì si può lavorare alla
tutela dei diritti di tutti. Le associazioni, seppur fondamentali, hanno certamente
dei limiti in questo senso.