2011-03-16 15:51:31

Giappone. Nuovo incendio nella centrale nucleare di Fukushima: stranieri in fuga da Tokyo


La crisi nucleare continua a sconvolgere il Giappone: nella centrale di Fukushima le squadre addette alla messa in sicurezza della centrale sono tornate al lavoro nonostante gli altissimi rischi per la salute. Ma nuove esplosioni continuano ad alimentare la nube radioattiva che si disperde nell’ambiente. Questa mattina è scoppiato un altro incendio, il quarto da quando l’impianto è stato gravemente danneggiato dalla scossa. Il servizio di Amedeo Lomonaco:RealAudioMP3

Le fiamme si sono spente spontaneamente ma poco dopo si è levata una colonna di fumo. Un elicottero militare si è subito alzato in volo per versare acqua sul reattore ma ha dovuto sospendere l’operazione di raffreddamento a causa dell’elevato livello di radioattività. Sempre nella centrale di Fukushima, potrebbe non essere più integra la capsula di contenimento di un altro reattore. Il governo nipponico ha annunciato che oltre i 30 km dalla centrale non c’è un “immediato rischio per la salute”. Ma i livelli di radioattività sono alti anche a Tokyo, ad oltre 230 chilometri dalla centrale, dove sono stati superati di dieci volte i valori normali. Suscitano preoccupazione anche le previsioni meteorologiche. Il vento dovrebbe soffiare nelle prossime ore proprio verso la capitale, dove l’agglomerato urbano conta 30 milioni di abitanti. L’imperatore Akihito, in un messaggio trasmesso in televisione, si è detto “profondamente preoccupato”. Per scongiurare il rischio di un disastro ancora più grave, il governo giapponese ha chiesto aiuto all’esercito statunitense e tre navi militari americane sono in rotta verso la costa orientale del Giappone.

Ma non è solo l’emergenza nucleare a spaventare la popolazione: nuove forti scosse di assestamento hanno colpito, in particolare, la zona a sud e ad est di Tokyo. E in città scarseggiano, ormai, cibo e generi di prima necessità. In questo scenario, dove le informazioni date dai media locali alternano dichiarazioni rassicuranti ad altre allarmanti, si aggrava di ora in ora il bilancio del disastro. Secondo gli ultimi dati, ancora provvisori e resi noti dal dipartimento di polizia, i morti e i dispersi sono almeno 12 mila. Il maggior numero di vittime è stato provocato dallo tsunami seguito al violento sisma di magnitudo 9 della scala Richter. Tutti gli esperti ribadiscono che un simile terremoto non era prevedibile. Sarebbe invece stato sottovalutato il rischio di un disastro nucleare.

Secondo il sito Wikileaks, già nel 2008 un funzionario dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica aveva riferito al governo giapponese che le norme di sicurezza delle centrali nipponiche erano obsolete e che un violento sisma avrebbe posto “problemi seri” agli impianti. Nel documento, riportato oggi dal Telegraph, si afferma anche che le autorità giapponesi si sono opposte alla sentenza emessa da una Corte che chiedeva di chiudere una centrale perché ritenuta insicura in caso di sisma. Per garantire elevati livelli di sicurezza, intanto, la Commissione Europea ha deciso di effettuare dei test sulle 153 centrali nucleari presenti in 14 dei 27 Paesi dell’Unione Europea. La Germania chiude temporaneamente sette reattori, la Russia ordina controlli nel settore dell'energia atomica, la Francia prevede un'imminente “riunione di crisi”, mentre l’Italia continua a sostenere il piano per la realizzazione di impianti nucleari. Da segnalare infine che l’economia giapponese, nonostante l’incubo nucleare, mostra segnali di ripresa. L’indice Nikkei ha chiuso oggi con un +5,68%. L’incremento è dovuto alle misure straordinarie decise dal governo: la Banca centrale giapponese ha immesso altri 43 miliardi di dollari nel mercato proprio per attenuare l’impatto del disastro.

Sulla situazione nella capitale giapponese ascoltiamo, al microfono di Sergio Centofanti, la testimonianza di Antonio Sgro, tra gli ultimi cittadini italiani che ancora si trovano a Tokyo:RealAudioMP3

R. - C’è una situazione che, da un punto di vista di comunicazione prodotta dalle autorità giapponesi, direi stabile: nel senso che c’è una grande calma e non c’è nessuna richiesta di evacuazione, non c’è nessuna richiesta d’allerta. E’ opposta, invece, la reazione e la comunicazione inviata da tutte le ambasciate straniere ai propri cittadini, giustamente: nell’escalation della pericolosità delle centrali nucleari, evidentemente, la maggior parte dei cittadini stranieri sono scappati, sono andati via. C’è stata la consapevolezza crescente, negli ultimi giorni, che la situazione possa a questo punto rappresentare veramente un alto rischio per tutti. Questa è una situazione anomala, che porta i giapponesi a starsene tranquilli, a starsene a Tokyo come se nulla fosse, mentre porta gli stranieri a scappare via. Per quanto riguarda le anomalie, posso dire che non si trovano pile, non si trovano torce, ci sono file lunghissime ai distributori di benzina. C’è un traffico inesistente…

D. - Come vedi le prospettive adesso?

R. - Al di là della direzione dei venti che può portare, più o meno, scorie radioattive su una città piuttosto che su un’altra, al di là delle scosse che continuano ancora e che sono molto forti - ne abbiamo una o due al giorno con intensità intorno ai 6° e quindi continuano ad essere molto forti - se io dovessi darti il mio parere, ti direi che prima si va via dal Paese e meglio è, evidentemente; prima si va via da Tokyo e ancora meglio è. Da lì a dire che fra una settimana saremo tutti contaminati o cosa succederà tra un mese, chi lo sa: ci sono questi esperti che adesso sono al lavoro. E’ chiaro che i messaggi non sono positivi. (mg)

Le sostanze radioattive fuoriuscite dalla centrale nucleare giapponese di Fukushima potrebbero contaminare acqua e cibo. Secondo gli esperti, l’esposizione a materiale radioattivo può provocare vari tipi di malattie. Sui danni alla salute che può provocare una radioattività così alta, Salvatore Sabatino ha intervistato Umberto Tirelli, direttore del Dipartimento di Oncologia Medica dell'Istituto Nazionale Tumori di Aviano, in provincia di Pordenone:RealAudioMP3

R. - Per quanto riguarda i danni acuti, che sono immediati, coinvolgono il midollo osseo, la pelle, l’intestino, i polmoni, gli organi riproduttivi: tutti gli organi, cioè, che hanno una più rapida proliferazione cellulare sono quelli che sono maggiormente interessati. Tutto questo dipende sia dal dosaggio, sia dalla durata dell’esposizione. Per quanto riguarda, invece, i danni cronici, che possono verificarsi mesi ed anni dopo, sono soprattutto a livello di tumori: in particolare leucemie, linfomi, ma anche tumori della tiroide. Per quanto riguarda la tiroide, il motivo per cui si dà lo iodio come misura preventiva è per far sì che la tiroide stessa - bloccata dallo iodio che somministriamo - non riceva lo iodio radioattivo, che è quello che potrebbe essere rilasciato dalla nube tossica, qualora ci fosse.

D. - E’ vero che sono i bambini i soggetti più a rischio?

R. - Certo, perché hanno tutti i tessuti molto più attivi e proliferanti rispetto agli anziani o agli adulti in generale.

D. - Si riesce a fare una media: dopo quanti anni si assiste al picco dei tumori?

R. - Anche qui dipende: se guardiamo Hiroshima e Nagasaki o se guardiamo Chernobyl, sono situazioni completamente diverse, perché i dosaggi stessi e le esposizioni sono stati diversi. Per quanto riguarda Chernobyl, a esempio, gli unici tumori che sono aumentati significativamente sono stati quelli alla tiroide e questo a distanza di cinque, dieci, vent’anni.

D - Ci sono pericoli anche in Europa, nonostante le distanze?

R. - Dipende dalla nube eventuale che gira per il mondo, se gira e dove va. E’ impossibile dirlo in questo momento. Certo è che se si verificano altre scosse del genere ed altri tsunami, si capisce che la cosa sarebbe diversa. Per cui è un po’ difficile fare delle previsioni. (mg)

Intanto prosegue il lavoro dei circa 50 operai che si alternano nei quattro reattori della centrale di Fukushima per arginare i danni. Un compito estremamente difficile e a rischio, come dice Vincenzo Miliucci, esperto di nucleare. L’intervista è di Alessandro Guarasci RealAudioMP3








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