2011-03-15 19:18:43

Non si fermano le scosse in Giappone. Oltre seimila tra morti e dispersi. Nuova esplosione nella centrale atomica di Fukushima. Tokio chiede aiuto all’Europa


In Giappone l’ultimo bilancio delle vittime parla di oltre seimila tra morti e dispersi. Dopo quattro giorni continuano le scosse ed è incubo nucleare. Una nuova esplosione in uno dei reattori della centrale atomica di Fukushima ha provocato una fuoriuscita radioattiva. Evacuata la popolazione nel raggio di 20 Km. Il commissario Ue per l'energia, Gunther Oettinger parla di situazione fuori controllo e il presidente della Commissione europea Barroso ha confermato che il Giappone ha chiesto aiuto all’Europa per fronteggiare le conseguenze del sisma. Massimiliano Menichetti:RealAudioMP3


Quanto sta avvenendo in Giappone ha riaperto il dibattito sul nucleare anche in Europa. Stefano Leszczynski ha intervistato Matteo Mascia, coordinatore del progetto Etica e Politica ambientale della Fondazione Lanza di Padova:RealAudioMP3

R. – Incidenti di questo tipo inevitabilmente pongono un problema di riflessione, per capire se questa tecnologia – così come oggi la conosciamo – rappresenta sicuramente una fonte, per quanto pulita, effettiva e capace di risolvere i problemi energetici, o più che altro – invece – non li risolve, per lo più mette a rischio la sicurezza della gente.

D. – Una delle questioni che si sollevano anche in Giappone è – effettivamente – quanto conosciamo il nucleare. Addirittura, si ha la sensazione che non tutta la verità venga svelata, che qualcosa venga tenuto nascosto …

R. – In generale, siamo di fronte a situazioni di questo tipo che sembrano porre resistenza ad offrire il maggior numero di informazioni possibili, perché c’è la paura del panico che possa prendere la popolazione locale e quelle che vivono intorno all’area in questione. E qui, potrebbe essere in qualche modo comprensibile. Il problema di fondo è che però molto spesso l’informazione è necessaria perché in democrazia le informazioni vanno comunque comunicate il più velocemente e il più chiaramente possibile. Bisogna però capire forse anche quanto si abbia conoscenza di quanto stia effettivamente avvenendo, quanto anche i tecnici dentro la centrale conoscano e riescano a percepire il processo che in questo momento sta avvenendo oppure rispondano a situazioni a loro volta emotive, perché, per fortuna, non abbiamo avuto grandi incidenti, tolto Chernobyl e tolto Three Mile Island in America; per cui queste sono situazioni che si presentano per la prima volta e quindi c’è la difficoltà di capirne e prevederne anche le conseguenze.

D. – Secondo lei, c’è bisogno di un ripensamento a livello internazionale del ruolo delle agenzie? Le agenzie internazionali, insomma, con una maggiore capacità di ingerenza e di intervento preventivo?

R. – Sì! Bisognerebbe, per esempio, che venisse rispettata maggiormente la Convenzione di Basilea, che riguarda proprio gli incidenti nucleari, che è stata sottoscritta alla fine degli anni Ottanta, nel 1989, a seguito dell’incidente di Chernobyl e che prevede una serie di obblighi per gli Stati per quanto riguarda la comunicazione dell’informazione in tempi molto stretti. Non dimentichiamo però che il Giappone è un punto di riferimento, un esempio per tutti i Paesi del mondo per quanto riguarda l’efficienza, l’attenzione alla modalità costruttiva, alla modalità della verifica e del monitoraggio. E siamo di fronte ad un evento che era imprevedibile e impensabile fino a quando tutto questo non è avvenuto. (gf)

In questo contesto la Borsa di Tokyo ha subito un vero e proprio crollo con un -10.55. In forte ribasso anche le borse europee e, in apertura, Wall Street. Ma quali effetti può avere la tragedia che ha colpito il Giappone sull’economia mondiale. Luca Collodi lo ha chiesto al prof. Giovanni Palmerio, docente di Economia politica alla Lumsa di Roma:RealAudioMP3

R. - Io penso che noi dovremmo distinguere il fenomeno finanziario dal fenomeno reale. La tragedia per i giapponesi è rappresentata dal terremoto, dallo tsunami e dalle conseguenze che si sono verificate sulle strutture nucleari. Secondo me non è un problema tanto grave il fatto che le Borse stiano scendendo e quella di Tokyo in particolare sia crollata. Le Borse reagiscono spesso, anzi quasi sempre, in modo emotivo e in alcuni casi in modo addirittura isterico. Ora quelle persone che possiedono, ad esempio, le azioni il cui prezzo è sceso, farebbero bene a non venderle, perché tra un po’ risaliranno. Il vero problema è questo: oltre alle perdite umane terribili, ci sono delle gravi perdite nella struttura produttiva del sistema giapponese. Però da un lato lo Stato potrà aiutare queste aziende per la costruzione e quindi per tante imprese si aprono delle prospettiva di ricostruzione. Se sapranno gestire e se daranno le strutture per gestire bene questa situazione, non temerei contraccolpi duraturi negativi sull’economia giapponese: in un primo tempo, certo che sì, ma certamente non nel tempo medio e lungo.

D. - Prof. Palmerio, però, dobbiamo anche dire che questa crisi si aggiunge a crisi, perché la situazione del Giappone, ma anche dell’Europa, non era positiva…
R. - Piove sul bagnato, perché c’era già una crisi finanziaria che è poi diventata economica. Se noi guardiamo ai dati strutturali, non vedo la situazione così negativa. La vedo negativa per quei Paesi che sono fortemente indebitati: il Portogallo e la Grecia hanno dei problemi sicuramente. (mg)







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