2011-03-15 15:01:31

L’arcivescovo Williams invita i leader anglicani a pregare per i cristiani perseguitati nel mondo


Preoccupazione e angoscia – riferisce l’Osservatore Romano - sono state espresse dall'arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, in una lettera inviata ai diversi capi delle comunità anglicane, per le minacce quotidiane e le persecuzioni contro le sorelle e i fratelli cristiani che vivono nei Paesi più a rischio del mondo. In occasione dell'approssimarsi della Pasqua l'arcivescovo Williams invita tutti i fedeli a “pregare affinché ci si avvicini maggiormente alla realtà dell'amore di Cristo e del suo sacrificio per noi, cosicché il suo spirito ci raggiunga in maniera più potente e ci permetta di condividere quell'amore con il mondo. I nostri pensieri - spiega il primate della Comunione anglicana - sono rivolti in special modo ai responsabili e alla popolazione del Medio Oriente e di Gerusalemme, costretti ad affrontare quotidianamente la massiccia instabilità e incertezza. Ricordiamo anche il nostro vescovo di Gerusalemme, ancora in attesa di chiarimenti in merito al suo diritto di residenza. Pensiamo con angoscia alle sofferenze e alle ansie della Chiesa in Pakistan, nel quadro dei brutali omicidi che si sono verificati nelle ultime settimane”. I continui attacchi alle comunità cristiane in alcune parti della Nigeria sono motivo di profonda angoscia e preoccupazione per la Comunione anglicana. A tal riguardo Williams ricorda il recente incontro con il primate anglicano in Nigeria nel corso del quale si è discusso della necessità per i cristiani di tutto il mondo di mantenere alta l'attenzione su tale questione presso i propri Governi. “In Zimbabwe - prosegue la lettera - la nostra comunità è ancora oggetto di costante attacco a causa della sua posizione coraggiosa a favore della giustizia. Nel Sudan meridionale, dopo il referendum che è stato più pacifico di quanto si osasse sperare, si deve affrontare l'enorme sfida di contribuire alla formazione di una nuova nazione. Gli attuali sviluppi nella zona di Abyei evidenziano che il rischio di ulteriori conflitti e lo spostamento delle popolazioni è ben lungi dall'essere un ricordo del passato. Ringraziamo i nostri fratelli e le nostre sorelle che continuano a servire con spirito di sacrificio nelle situazioni di disastri naturali, mostrando come l'amore di Dio in Cristo può ispirare una sollecitudine fedele e preziosa per tutta la comunità”. Una preghiera particolare, nel messaggio scritto prima dei drammatici eventi in Giappone, viene rivolta anche ai cittadini di Christchurch, in Nuova Zelanda, dopo il terremoto che ha causato molte vittime e distrutto la cattedrale anglicana insieme con molte altre chiese. “Lì, come ad Haiti e in Pakistan l'anno scorso, la Chiesa ha dimostrato al di là di ogni dubbio che essa è un'efficace compassionevole presenza per la guarigione di una comunità devastata. Il paesaggio che sta di fronte a noi - continua Williams - è per molti versi cupo. Ma ciò che è miracoloso, come sempre, è la fedeltà dei credenti nel bel mezzo di questi avvenimenti. I cristiani in Pakistan o in Egitto ancora continuano ostinatamente ad amare il loro prossimo e il loro nemico e rifiutano di adeguarsi ai modelli del mondo. Questi eventi ci ricordano anche l'importanza della nostra fratellanza in tutto il mondo. (R.G.)







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