Emergenza nucleare in Giappone: esploso il reattore n. 2 della centrale di Fukushima.
Crollo della borsa di Tokyo
Esplosione ieri sera nel reattore n. 2 della centrale nucleare di Fukushima, già teatro
negli ultimi giorni di altri scoppi, mentre un incendio si è sviluppato nel reattore
n. 4 della stessa struttura atomica. Si aggrava, dunque, la situazione in Giappone,
alle prese con l’emergenza nucleare causata dal terremoto di venerdì scorso. Il premier
Naoto Kan ha chiesto a tutti coloro che vivono ad una distanza di 20-30 chilometri
dalla centrale di non uscire, anche perché in tutta l’area è stato registrato un aumento
della radioattività, anche a Tokyo. Salvatore Sabatino ha raggiunto telefonicamente
in Giappone il collega Stefano Vecchia, al quale ha chiesto come sta vivendo la capitale
giapponese questo momento così drammatico.
Dunque, cresce
la paura sulla situazione delle centrali nucleare giapponesi. Ma cosa esattamente
sta succedendo in queste ore nell’impianto di Fukushima in cui rischia di iniziare
la fusione del nucleo? Massimiliano Menichetti ne ha parlato con Luciano Maiani presidente
del CNR:
Dalle Chiese
cattoliche di vari Stati asiatici e da organizzazioni appartenenti a diverse confessioni
religiose arrivano segni di solidarietà e vicinanza al Giappone. La Caritas ha inviato
100 mila euro e altri contributi sono stati messi a disposizione da Caritas Giappone
e dall'arcidiocesi di Seoul, in Corea del Sud. Nel Paese asiatico, intanto, anche
la comunità cattolica è stata drammaticamente colpita dal sisma. Ascoltiamo il nunzio
apostolico in Giappone, mons. Alberto Bottari de Castello, intervistato da Federico
Piana:
R.
- Siamo molto preoccupati. Prima, vedendo le immagini di questi nostri fratelli che
sono su al nord. Siamo riusciti a parlare con il vescovo di Sendai che è ancora isolato.
Le comunicazioni qui a Tokyo sono ancora saltuarie. Quindi, stiamo partecipando un
po’ tutti a questa situazione di gravità.
D. - Eccellenza, la Chiesa come sta
vivendo questo momento drammatico?
R. - Partecipando in pieno. C’è impegno,
c’è stata già ieri una prima apertura delle sottoscrizioni ed è stato diffuso il messaggio
del Papa per animare e per sentirci in prima linea nella partecipazione spirituale
e anche materiale. La Caritas sta già mandando qualcuno a Sendai per organizzare gli
aiuti ed è ancora difficile andare lassù, le strade sono interrotte. Solo le autorità
e l’esercito riescono ad andare ma per noi è anche sconsigliato a causa dei problemi
che ci sono nella centrale atomica.
D. - Mons Bottari, lei ha parlato anche
del vescovo di Sendai che è riuscito a contattare dopo tante difficoltà, sta bene?
R.
- Ho parlato col vescovo e so che sta bene. Abbiamo ricevuto un messaggio fax con
informazioni sulla situazione. Abbiamo saputo che un padre missionario canadese è
tra le vittime e finora è la sola vittima tra i religiosi. Tra i sacerdoti locali
e le religiose non ci sono altre segnalazioni.
D. - Per quanto riguarda i dispersi,
avete notizia di sacerdoti missionari dispersi?
R. – Per questo, ci rimettiamo
un po’ alle autorità. Ci sono persone che non si riescono a contattare già da tre
giorni e non si hanno ancora notizie. Quindi si comincia ad avere paura. Anche sul
posto si danno da fare; mi ricordo che abbiamo chiesto notizie di una persona che
sarebbe di solito a mezz’ora di strada, però ci hanno detto: chiamate domani, vi daremo
notizie. Anche per loro è difficile muoversi. (bf)
E con l’aggravarsi della
crisi nucleare, la Borsa di Tokyo ha registrato un nuovo forte calo, precipitando
del 10,55%. Riflessi negativi anche su Hong Kong e Shangai.