La Chiesa argentina critica l’ambiguità dei sussidi scolastici in materia di droga
Critiche della Chiesa argentina - riferisce l'agenzia Fides - ad un’iniziativa governativa
in tema di lotta alla droga. Il presidente della Commissione per la pastorale sociale
mons. Jorge Lozano ha contestato il titolo "Consumo problematico di stupefacenti,
un approccio educativo" di un libro di Graciela Touzé, distribuito lo scorso anno
in tutte le scuole statali. "Parlare di un uso problematico della droga - ha detto
mons. Lozano - fa parte di un linguaggio ambiguo, che non è sufficiente a dire che
cosa realmente accade quando si prende la droga". Il presule, che lavora con i giovani
che hanno problemi di droga, mette in rilievo che in alcune pubblicazioni consegnate
ai giovani con l'obiettivo di ridurre i danni causati dal consumo di droga "si spiega,
per esempio, come inalare in modo di ridurre i rischi. Questa finisce per essere una
lama a doppio taglio, perché suggerisce l'idea che ci sono modi sicuri di assumere
delle droghe che non sono dannosi". Mons. Lozano aggiunge: "ho sentito dire da qualche
funzionario pubblico che per il 75% dei giovani il consumo di droga è ricreativo.
Ma qualcosa che è dannoso per la salute non è qualcosa di ricreativo, come un gioco".
In realtà la legge che istituisce un programma nazionale di prevenzione e di educazione
in materia di abuso e dipendenza da droghe attende un regolamento da più di un anno.
E' intanto partita nel febbraio scorso la campagna lanciata dalla Conferenza episcopale
argentina intitolata "Entrare nella droga è più facile che uscirne", dove si riporta
anche la classifica stilata dall’Onu dei Paesi con un maggior consumo di droghe, che
vede l’Argentina al primo posto in America Latina. (R.G.)