Colombia: come la maggioranza dei cittadini, la Chiesa dice "no" alle adozioni per
le coppie gay
Si riaccende in Colombia – riferisce L’Osservatore Romano - il dibattito sulla controversa
possibilità di adottare figli per le coppie omosessuali. “Non ci devono essere dubbi
- ha affermato il segretario generale aggiunto della Conferenza episcopale della Colombia,
padre Pedro F. Mercado Cepeda - che la Chiesa è profondamente preoccupata per come
sono riconosciuti e protetti efficacemente i legittimi diritti di tutti i colombiani,
senza discriminazioni”. Nel condannare quindi fermamente “ogni possibile atto di abuso
sociale o di violenza contro gli omosessuali”, il religioso ribadisce però, che l'attuale
legislazione nazionale, che impedisce l’adozione a coppie dello stesso sesso, non
può essere considerata discriminatoria. A sostegno di tale tesi, il segretario generale
dei vescovi porta sostanziali argomentazioni giuridiche, sociali e psicologiche. I
vescovi hanno indirizzato un documento ai membri della Corte costituzionale per chiedere
che non sia legalizzata la possibilità che le coppie omosessuali adottino figli. “In
concreto chiediamo alla Corte - precisa padre Mercado Cepeda - di non autorizzare
le adozioni di figli in questi casi, tenendo presente i diritti dei minorenni. Secondo
il diritto internazionale, ma anche secondo il nostro Codice, per i minorenni l’adozione
è, al di sopra di ogni cosa, una protezione del bambino (articolo 88)”. Sempre secondo
il segretario dell’episcopato colombiano, quando lo Stato autorizza un’adozione si
propone di dare il suo patrocinio sociale e la sua protezione a persone che hanno
bisogno di essere accolte in una famiglia “sia per ragioni di tenera età sia per manifesto
stato di indifesa”. Perciò è evidente che l’interesse primo e supremo sia quello della
persona che ha bisogno di essere adottata, il minore, e quindi “è questa la motivazione
e il fondamento dell’adozione in quanto figura giuridica”. Infatti secondo quanto
i vescovi affermano nella loro lettera alla Corte, “l’adozione può essere concessa
soltanto in funzione dei diritti del minore e in caso di un qualsiasi conflitto sono
questi diritti quelli che devono prevalere sempre”. “L’adozione - ha osservato il
segretario aggiunto dell’episcopato colombiano - non è un diritto delle persone che
desiderano adottare, sia nel caso di coppie omosessuali o eterosessuali, perciò stabilire
quanto credono i vescovi non costituisce una violazione di un diritto fondamentale.
Tale presunto diritto, infatti, non esiste”. Il segretario, di fronte ad alcune critiche,
ha voluto ribadire come “agendo in questo modo non si configura nessuna discriminazione
delle persone che desiderano adottare”. Infine, il segretario aggiunto dei vescovi
evidenzia l’importanza di tenere in considerazione la volontà della “stragrande maggioranza
dei colombiani, che hanno dimostrato visibilmente la propria contrarietà all’adozione
di bambini da parte di coppie dello stesso sesso e l'esistenza di studi scientifici
che rivelano gravi dubbi e riserve circa l'idoneità delle coppie omosessuali a dare
ai bambini uno spazio eccellente per lo sviluppo e l'integrazione psico-sociale”.
Padre Pedro F. Mercado Cepeda, a nome della Conferenza episcopale colombiana, auspica
dunque che la Corte costituzionale, nell’esercizio delle competenze che gli sono riconosciute,
“adotti una decisione nel pieno rispetto dei cittadini e dei valori costituzionali
che hanno fondato e continuano ad arricchire la vita” della Nazione colombiana. (R.G.)