Yemen: nuova giornata di scontri tra polizia e manifestanti, un morto
Nello Yemen, una persona è morta e almeno 19 sono rimaste ferite nel corso dell’ennesima
giornata di scontri, oggi, a Sana’a, dove i manifestanti hanno innalzato barricate
contro la polizia all’esterno dell’università, luogo simbolo della protesta antigovernativa.
Intanto sale a 7 il bilancio delle vittime dei disordini di ieri in diverse città
del Paese. Nonostante le forze dell’ordine abbiano aperto il fuoco e lanciato gas
sulla folla, i contestatori non si sono arresi e hanno tentato di dare alle fiamme
un posto di polizia nella città meridionale di Aden. Il segretario generale dell’Onu,
Ban-ki-moon si è detto “preoccupato per l’eccessivo uso della forza” da parte delle
autorità e ha invitato governo e opposizione ad avviare un dialogo.
Bahrein La
polizia ha iniziato oggi a lanciare lacrimogeni sulla folla accampata in piazza delle
Perle, al centro di Manama, e contro un’altra manifestazione che le forze dell’ordine
non sono riuscite a bloccare, nella quale sono rimasti feriti otto agenti. Molte le
persone ricoverate in ospedale. Le proteste antigovernative, iniziate nel Paese il
14 febbraio, si erano riaccese ieri con una manifestazione cui hanno partecipato migliaia
di persone nei pressi di palazzo Safriya.
Arabia Saudita Si normalizza
la situazione in Arabia Saudita: il ministro dell’Interno, principe Nayef ben Abdel
Aziz, ha ringraziato pubblicamente il popolo per non essere sceso in piazza nei giorni
scorsi, quando, in molte città, erano state annunciate manifestazioni per la “giornata
della collera”. “Il popolo ha provato al mondo intero di essere solidale con la sua
dirigenza”, ha detto il ministro.
Israele – Cisgiordania Il premier
Netanyahu ha annunciato la costruzione di 500 nuovi nuclei abitativi destinati a coloni
ebrei nella Cisgiordania occupata. È questa la prima reazione del governo israeliano
alla strage di una famiglia ebrea avvenuta ieri per mano di un palestinese che non
è ancora stato individuato, mentre tra gli investigatori si fa strada l’ipotesi che
i killer siano più di uno. Intanto oggi l’esercito di Israele resta dislocato in forze
in Cisgiordania perché si temono reazioni alla notizia della costruzione dei nuovi
alloggi, immediatamente condannata dall’Anp come “sbagliata e inaccettabile”.
Libano Circa
300mila persone provenienti dalle aree cristiane e sunnite del Paese si sono radunate
in piazza dei Martiri a Beirut per dare vita a una grande manifestazione per chiedere
il disarmo del movimento sciita Hezbollah presente in Libano, accusato di essere al
servizio dell’Iran. Al megaraduno convocato dalla coalizione di governo sostenuta
da Stati Uniti e Lega Araba, ha parlato il premier uscente Saad Hariri: “Vogliamo
un Libano dove nessuno al di sopra dello Stato abbia il monopolio delle armi”.
Pakistan Quattro
persone sono morte oggi nel corso di un attacco missilistico americano contro miliziani
armati nel Waziristan del sud: i missili hanno centrato un veicolo nella zona di Azam
Warsak.
Cina Si è conclusa oggi la Conferenza politica consultiva
della Commissione nazionale del popolo cinese, alla presenza dei vertici dello Stato
e sotto la direzione del Partito Comunista. La Conferenza è il più alto organo consultivo
politico del Paese e nel corso di essa sono stati presentati molti progetti per il
piano quinquennale di sviluppo sociale ed economico: in particolare sono state avanzate
proposte per ottimizzare la struttura economica, contenere l'inflazione, dare una
spinta ulteriore all'economia, promuovere lo sviluppo dell'agricoltura ed effettuare
riforme fiscali e finanziarie.
Sudan È di almeno 30 morti il bilancio
delle vittime degli scontri avvenuti ieri nella città di Malakal fra le truppe regolari
del sud Sudan e un gruppo di miliziani del comandante Ulony, fedele a Khartoum. In
seguito all’offensiva il governo del sud Sudan ha accusato il presidente del nord
di complottare contro il suo rovesciamento per impedire la secessione prevista per
il 9 luglio prossimo, dopo il sì all’indipendenza sancito dal referendum popolare
del gennaio scorso.
Costa d’Avorio I militari fedeli al presidente
uscente ivoriano Laurent Gbagbo sono pronti al lancio di un'offensiva nella capitale
Abidjan contro le postazioni dell'avversario Alassane Ouattara, riconosciuto dalla
comunità internazionale il vincitore delle elezioni del novembre scorso, e con il
quale si è schierata la maggioranza della popolazione. Ieri i militari, che si fronteggiano
da oltre tre mesi con gli oppositori, hanno lanciato un assalto nel quartiere di Abobo,
alla periferia della città.
Usa – schianto bus La polizia di New
York sta dando la caccia al tir che ieri all’alba ha urtato un autobus causando il
gravissimo incidente nel Bronx in cui hanno perso la vita 15 persone, mentre 19 passeggeri
sono rimasti feriti, sei in modo grave. Il bus stava rientrando dal Connecticut dopo
una serata passata in un casinò. (Panoramica internazionale a cura di Roberta Barbi)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 72