2011-03-12 14:34:09

Protesta nello Yemen. La polizia spara sulla folla: almeno quattro morti


Nuova giornata di scontri nello Yemen, tra i manifestanti che chiedono le dimissioni del presidente Saleh e la polizia che ha sferrato un’offensiva in diverse città del Paese. Il bilancio finora è di quattro morti: tre nella capitale Sana’a e un ragazzo di 12 anni ucciso nella città di Mukalla. Il servizio di Roberta Barbi:RealAudioMP3

Sale la tensione nello Yemen, dove si moltiplicano gli scontri tra manifestanti e forze di polizia: a Mukalla, nella provincia meridionale dell’Hadramawt, un dodicenne è stato ucciso dalla polizia che ha aperto il fuoco nel tentativo di disperdere la folla. Altre due vittime si registrano nella capitale Sana’a, dove i manifestanti sono asserragliati dalla notte scorsa nella piazza dell’università. Le Forze dell’ordine hanno chiuso la piazza per motivi di sicurezza e hanno lanciato gas lacrimogeni sulla gente. Fonti mediche riferiscono anche di lanci di gas sconosciuti, che avrebbero causato lo svenimento di molte persone. Sempre a Sana’a le proteste sono arrivate fin sotto la redazione locale della tv panaraba al Jazeera, che è stata circondata dai manifestanti, mentre un uomo è stato fermato mentre cercava di infiltrarsi nel sit-in armato di pistola e di una bomba a mano. Il bilancio ammonta finora a circa 300 feriti nelle due città, cui se ne aggiungono 14 a Taez, a circa 160 km dalla capitale, dove i manifestanti hanno tentato questa mattina l’assalto alla prefettura. Secondo l’Onu, sale così a 37 il bilancio delle vittime nello Yemen dalla fine di gennaio, da quando, cioè, sono iniziate le manifestazioni contro il presidente Saleh, che nei giorni scorsi aveva promesso una nuova Costituzione da sottoporre a referendum popolare e una nuova legge elettorale che avrebbe portato a libere elezioni, una proposta appoggiata dagli Stati Uniti che hanno esortato l’opposizione ad accettare. I manifestanti, però, hanno risposto di non volere più come interlocutore Saleh, che è al potere da 30 anni e che, vista la situazione, potrebbe proclamare a breve lo stato di emergenza.

Israele – strage in Cisgiordania
È caccia al palestinese che la notte scorsa ha sterminato una famiglia israeliana di cinque persone nell’insediamento di Itamar, nei pressi della città di Nablus, Cisgiordania del nord. Tutti e cinque i membri della famiglia sono stati uccisi a pugnalate mentre dormivano nei loro letti. L’esercito israeliano ha circondato la città di Nablus e ha intimato alla popolazione di restare in casa. Da giorni, nella colonia ebraica la tensione era alta e si erano verificati scontri, ma la strage di stanotte è il fatto più grave dall’attentato del marzo 2008, quando un palestinese penetrò in una scuola israeliana e uccise otto studenti.

Egitto
Scandendo lo slogan “Mano nella mano”, migliaia di egiziani sono scesi oggi in piazza al Cairo, per mostrare l’unità della popolazione dopo gli scontri interconfessionali dei giorni scorsi, che hanno provocato una decina di morti e centinaia di feriti. Intanto, ieri sera due ex parlamentari del Consiglio consultivo della Shura, oggi sciolto, sono stati arrestati con l’accusa di essere i mandanti dell’attacco a cavallo contro i manifestanti in piazza Tahrir del 2 febbraio.

Tunisia
Alto tradimento e complotto contro la sicurezza dello Stato: con queste accuse sono stati arrestati ieri sera tre dei più stretti collaboratori dell'ex presidente, Ben Ali, che già erano stati messi ai domiciliari all’indomani della caduta del regime, il 14 gennaio. A Matlaoui, inoltre, nel sud del Paese, ieri pomeriggio si sono verificati violenti scontri in seguito alla pubblicazione di false offerte di lavoro in miniera: per disperdere la folla sono dovuti intervenire polizia ed esercito.

Pakistan
Sono almeno sei i sospetti militanti islamici uccisi oggi a Orakzai, nel nordovest del Paese, nel corso degli scontri seguiti all’attacco contro un posto di blocco da parte di un gruppo di ribelli. Nel Beluchistan, invece, provincia del Pakistan del sud, due razzi lanciati contro un’abitazione hanno ucciso una famiglia di sei persone. Sale, infine, a 14 morti il bilancio del duplice attacco di ieri pomeriggio di un drone americano nel Waziristan del nord, ai confini con l’Afghanistan.

India
Un’antica disputa tra famiglie di bramini per la proprietà di alcuni appezzamenti di terreno si è trasformata in una tragedia, ieri, nello Stato indiano dell'Uttar Pradesh, al confine con il Nepal. Il capo di una delle famiglie è stato ucciso e 10 componenti di altre due, fra cui cinque bambini, sono morti nell'incendio della loro casa: in tutto le vittime sono 11.

Cina – esplosioni in miniere
Almeno 13 minatori sono rimasti uccisi e altri sei risultano dispersi nell’esplosione avvenuta poco dopo la mezzanotte nella miniera di carbone di Xincheng, nella provincia sudoccidentale cinese del Guizhou. Ieri pomeriggio, un’altra esplosione, nella provincia centrale dello Hunan, aveva causato la morte di sei operai nella miniera di Jinyue, mentre altri tre risultano ancora dispersi.

Sudan
Milizie armate hanno attaccato oggi la città petrolifera di Malakal, capitale dello Stato dell’Alto Nilo, nel sud Sudan, causando un numero di vittime ancora in corso d’accertamento. Secondo un portavoce dell’esercito, le milizie, probabilmente dell’Esercito di liberazione popolare del Sudan entrato in conflitto con l’establishment del sud, sarebbero entrate in città dopo un raid notturno. L’attacco segna l’apice di un’escalation di violenza, seguita al voto del gennaio scorso che, con una maggioranza del 98%, ha sancito l’indipendenza del sud Sudan, effettiva nel luglio prossimo. I leader del Sud Sudan hanno accusato oggi le autorità di Khartoum di voler rovesciare il governo semi-autonomo di Giuba prima che sia proclamata l'indipendenza del Paese il prossimo luglio e annunciato la sospensione dei negoziati con il governo centrale sulla secessione del Sud.

Niger - elezioni
Si sono aperte stamattina alle 8 e si chiuderanno alle 19 le urne elettorali del Niger, dove si sta svolgendo il secondo turno delle presidenziali, che vedono l’ex premier Seini Oumarou Issoufou in testa con il 36% delle preferenze sullo storico oppositore, Mahamadou Issoufou. Gli elettori del Paese, che è uno dei più poveri del mondo, sono 6.7 milioni.

Usa – si ribalta bus, 13 morti
Grave incidente questa mattina all’alba su un’autostrada del Bronx: un bus con 30 persone a bordo si è schiantato contro un palo della luce che gli ha tranciato il tetto. Si contano 13 vittime e sei feriti gravi.

Russia – esplosioni a Mosca
Non ci sono vittime, ma solo danni ad alcune auto: è questo il bilancio dell’esplosione di due ordigni, uno vicino all’altro, avvenute ieri pomeriggio nella periferia nordorientale di Mosca. Secondo le prime ipotesi investigative, le due bombe sarebbero da catalogarsi come atti di teppismo. (Panoramica internazionale a cura di Roberta Barbi e Mariapia Iacapraro)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 71







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