2011-03-12 14:52:33

Protesta nello Yemen. La polizia spara sui manifestanti: almeno 4 morti


Nuova giornata di scontri nello Yemen, tra i manifestanti che chiedono le dimissioni del presidente Saleh e la polizia che ha sferrato un’offensiva in diverse città del Paese. Il bilancio finora è di quattro morti: tre nella capitale Sana’a e un ragazzo di 12 anni ucciso nella città di Mukalla. Il servizio di Roberta Barbi:RealAudioMP3

Sale la tensione nello Yemen, dove si moltiplicano gli scontri tra manifestanti e forze di polizia: a Mukalla, nella provincia meridionale dell’Hadramawt, un dodicenne è stato ucciso dalla polizia che ha aperto il fuoco nel tentativo di disperdere la folla. Altre due vittime si registrano nella capitale Sana’a, dove i manifestanti sono asserragliati dalla notte scorsa nella piazza dell’università. Le Forze dell’ordine hanno chiuso la piazza per motivi di sicurezza e hanno lanciato gas lacrimogeni sulla gente. Fonti mediche riferiscono anche di lanci di gas sconosciuti, che avrebbero causato lo svenimento di molte persone. Sempre a Sana’a le proteste sono arrivate fin sotto la redazione locale della tv panaraba al Jazeera, che è stata circondata dai manifestanti, mentre un uomo è stato fermato mentre cercava di infiltrarsi nel sit-in armato di pistola e di una bomba a mano. Il bilancio ammonta finora a circa 300 feriti nelle due città, cui se ne aggiungono 14 a Taez, a circa 160 km dalla capitale, dove i manifestanti hanno tentato questa mattina l’assalto alla prefettura. Secondo l’Onu, sale così a 37 il bilancio delle vittime nello Yemen dalla fine di gennaio, da quando, cioè, sono iniziate le manifestazioni contro il presidente Saleh, che nei giorni scorsi aveva promesso una nuova Costituzione da sottoporre a referendum popolare e una nuova legge elettorale che avrebbe portato a libere elezioni, una proposta appoggiata dagli Stati Uniti che hanno esortato l’opposizione ad accettare. I manifestanti, però, hanno risposto di non volere più come interlocutore Saleh, che è al potere da 30 anni e che, vista la situazione, potrebbe proclamare a breve lo stato di emergenza.








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