2011-03-12 14:31:47

Mons. Crociata: servizio civile, progressiva disattenzione dello Stato


C’è un “progressivo inaridimento degli spazi offerti ai giovani per forme di educazione alla cittadinanza e al servizio”. E’ un vero allarme quello che lancia il segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata, al settimo incontro nazionale a Roma dei giovani in servizio civile degli enti di ispirazione cristiana. Preoccupazione soprattutto per il calo dei finanziamenti statali dedicati a questa esperienza. Alessandro GuarasciRealAudioMP3

Negli ultimi dieci anni sono stati oltre 6 mila i ragazzi che hanno svolto il servizio civile negli enti cristiani. Dunque una realtà viva, che però comincia a denunciare difficoltà. Nel suo intervento al settimo incontro nazionale di questi giovani, mons. Mariano Crociata ha avuto toni preoccupati e denunciato una “progressiva disattenzione” da parte dello Stato:

“Le prospettive per il 2011-2013, stanti le disponibilità finanziarie contenute nella Legge di stabilità approvata a fine 2010 - nella quale è stata stanziata la somma più bassa destinata al servizio civile in tutto il decennio - prefigurano un’ulteriore diminuzione del numero di volontari”.

Se tale scarsità di risorse dovesse essere confermata, il servizio civile è destinato ad essere irrilevante. Insomma, per mons. Crociata non si può ridurre il servizio civile a un’elite. E questo perché tale esperienza, di servizio agli ultimi, è un valore per la comunità, e ciò vale ancor di più a 150 anni dall’unità d’Italia. Ancora mons. Crociata:

“E’ importante ricordare come la partecipazione dei cattolici alla costruzione del Paese sia passata negli ultimi decenni anche attraverso l’esperienza di tanti giovani che, col servizio civile, hanno inteso apportare il proprio contributo al progresso della comunità e alla costruzione della cosa pubblica”.

Insomma, se le condizioni di vita di tanti poveri sono migliorate è anche per l’aiuto fattivo dei giovani del servizio civile e degli obiettori di coscienza. Francesca presta la sua opera nell’ufficio per la pace della Caritas di Roma:

“Si riesce a percepire quello che di buono si fa, ma anche quello che si riceve. Io credo che l’importante sia donare e donarsi realmente”.

Ragazzi che vanno controcorrente in questa civiltà del consumo. Un segno, come dice mons. Crociata, da serbare nel cuore.







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