Pakistan: Giustizia e Pace chiede più impegno sui mandanti dell’omicidio Bhatti
Quello di Shahbaz Bhatti è un omicidio di cui non si conoscono gli esecutori ma che,
sottolinea la Commissione “Giustizia e Pace” dei vescovi pakistani, offre certezze
sui mandanti: “Sono i gruppi estremisti che intendono seminare odio e intolleranza
nella società. Ci aspettiamo che tutte le istituzioni, governo, magistratura, forze
di polizia, si impegnino insieme per affrontare questa sfida: a contrapporsi sono
le forze che credono nel diritto, nella pace, nella giustizia, nella libertà e quelle
che propugnano l’estremismo e la violenza, la discriminazione e la morte. Quanti giusti
dovranno ancora morire prima che tutta la nazione si mobiliti per vincere questa sfida?”:
è quanto dice all’agenzia Fides Peter Jacob, segretario esecutivo della Commissione
“Giustizia e Pace”, mentre le indagini sull’assassinio di Bhatti sono ancora in alto
mare. La polizia sta battendo tutte le piste e interrogando testimoni e sospetti.
Uno di questi è l’autista di Bhatti, Sher Gul, che al momento dell’attentato si è
precipitato fuori dall’abitacolo risultando completamente illeso. Gli investigatori
cercano la collaborazione dei familiari di Bhatti per capire se, nei giorni precedenti
all’omicidio, già non vi fossero dei segnali utili per le indagini. E’ accertato che
l’auto Suzuki usata dal commando di terroristi non sia stata rubata, dunque potrebbe
essere stata parcheggiata nei dintorni del luogo del delitto. Viene anche sollevata
l’ipotesi che Bhatti sia stato ucciso per “inimicizie personali”, ma Jacob la liquida
come “inqualificabile propaganda”. Settori della società civile chiedono la creazione
di una apposita “Commissione giudiziaria di indagine”, ma Jacob esprime dubbi, ricordando
che in passato altre Commissioni del genere – come quella creata per l’omicidio di
Benazir Bhutto – non hanno dato i frutti sperati. La Commissione “Giustizia e Pace”
chiede invece “impegno e trasparenza degli investigatori, per rendere giustizia alla
memoria di un uomo di dialogo, di fede, che ha dato la vita per rendere il Pakistan
una nazione migliore”. (R.P.)