Benedetto XVI alla "Pro Petri Sede": lottare contro la povertà, urgenza del nostro
tempo
Un dono "generoso” per le popolazioni di Haiti. A consegnarlo a Benedetto XVI sono
stati gli appartenenti all’Associazione caritativa Pro Petri Sede, ricevuti
in udienza nell’Aula del Concistoro del Vaticano. La condivisione dei beni, ha affermato
il Papa, esprime quel "servizio della carità" proprio della Chiesa. Il servizio di
Alessandro De Carolis:
“C’è più
gioia nel dare che nel ricevere”, si legge negli Atti degli Apostoli. Benedetto XVI
ha ricordato questa frase nel ringraziare l’antica Associazione del Benelux, la Pro
Petri Sede, che anche quest’anno ha voluto contribuire alla carità del Papa, in
particolare in favore di un Paese colpito l’anno scorso da una grave calamità:
“La
généreuse offrande que vous apportez… Il generoso dono che voi portate
oggi al successore di Pietro, gli permette di aiutare le popolazioni così duramente
provate negli ultimi tempi, in particolare quelle di Haiti. Il servizio della carità
appartiene alla natura stessa della Chiesa (...) Fornendo l’indispensabile assistenza
materiale, la Chiesa può anche portare l'attenzione del cuore e dell'amore alle persone
provate, che ne hanno così tanto bisogno”.
Benedetto XVI ha collegato
il contributo ricevuto dalla "Pro Petri Sede" al tempo della Quaresima, un
periodo nel quale i valori del “digiuno, della preghiera e della condivisione” – ha
detto – fanno emergere con più nitidezza “l'urgenza della nostra responsabilità verso
i poveri del nostro tempo”:
“En contribuant à lutter contre la pauvreté… Contribuire
alla lotta contro la povertà, praticare la condivisione e l’elemosina ci avvicinano
agli altri. Lo sapete, il dono è nulla senza l’amore che l’anima e i legami fraterni
che si intrecciano (...) Infatti, praticando la condivisione con il prossimo, noi
sperimentiamo, attraverso la gioia, che la pienezza di vita viene dall'amore di Dio.
Così, l’elemosina ci avvicina a Dio e ci invita alla conversione”.
Il
Papa ha concluso ringraziando l’Associazione, perché - sostenendo chi è in difficoltà
- ingaggia una “lotta contro ciò che avvilisce e degrada la dignità di ogni persona,
creata a immagine di Dio”.