Il cardinale Bagnasco: il nostro tempo deve riscoprire il peccato e la grazia
“Il nostro tempo deve riscoprire il peccato e la grazia perché sembra che oggi siamo
diventati tutti impeccabili, senza peccato e che di per sé il peccato sia diventato
impossibile. Si parla più volentieri di errore: tutti sbagliamo e quindi nessuno è
responsabile mai”. Questo il monito dell'arcivescovo di Genova e presidente della
Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, durante l'omelia della messa per l'inizio della
Quaresima che il porporato ha celebrato ieri sera nella cattedrale di San Lorenzo
nel capoluogo ligure. “Sappiamo benissimo - ha aggiunto il cardinale Bagnasco - che
esistono peccati veniali e peccati mortali e che uno è diverso dall'altro, ma pur
rappresentando due categorie differenti sono unificati nella categoria di peccato”.
“Ogni peccato lieve o grave che sia - ha sottolineato il presidente della Cei - è
sempre un'ombra nel rapporto con Dio, con il suo amore”. “Dobbiamo sentire di più
il peccato come infedeltà all'amore - ha affermato - così coglieremo tutta quanta
la tristezza e tutto quanto il disagio anche dei peccati veniali”. Secondo il porporato,
“non si tratta di diventare scrupolosi, ma di non perdere la sensibilità dell'anima,
lasciando passare nelle maglie della nostra coscienza di tutto, anche il peggio, perché
si comincia sempre dal poco per arrivare al grande. Dobbiamo tornare a riscoprire
la grazia - ha concluso il presidente della Cei - per non vivere mai angosciati in
questo mondo pieno di angosce esterne ed interiori”. (M.I.)