2011-03-10 15:14:40

Economia e umanesimo al centro dell’incontro del cardinale Ravasi con gli ambasciatori asiatici


Economia e benessere della persona: questo il tema centrale dell'incontro che si è svolto stamani nella sede del Pontificio Consiglio della Cultura con gli ambasciatori presso la Santa Sede di vari Stati dell'Asia. Un meeting con tanti partecipanti voluto dal presidente del Dicastero vaticano della Cultura, il cardinale Gianfranco Ravasi. L’ha seguito per noi, Fausta Speranza:RealAudioMP3

L’uomo si rovina se concepisce la ricchezza senza lavoro, l’economia senza la persona. Questa una delle premesse del cardinale Ravasi che ha aperto l’incontro dedicato allo sviluppo economico a servizio del vero benessere comune. L’ambasciatore della Corea, Thomas Hong-Soon Han, da economista qual è ha tratteggiato il profilo di un mondo pieno di ingiustizie:

“One billion…”
Un miliardo di persone nel mondo non ha accesso all’acqua potabile e milioni di donne spendono ogni giorno molte ore per raggiungere un luogo dove raccogliere un po’ d’acqua pulita. L’ambasciatore di Corea ha citato queste ed altre cifre.

L’ambasciatore di Australia Timothy Fischer ha ricordato in particolare il dramma degli aborti selettivi:

“Femal selection process…”
La selezione e la soppressione di feti di sesso femminile purtroppo è una pratica in diversi Paesi asiatici. In definitiva, tra i vari interventi è emerso che globalizzazione non deve fare rima con marginalizzazione e che non bisogna dimenticare anche un’altra grave forma di povertà: la mancanza di diritti umani. Poi, il dibattito è proseguito con gli interventi di vari ambasciatori che a diverso titolo hanno sottolineato l’importanza del dialogo tra culture, anche andando oltre i limiti della burocrazia che interviene nelle relazioni tra Stati.

Degli obiettivi di questa iniziativa e del dialogo abbiamo parlato con il cardinale Gianfranco Ravasi:

R. – Innanzitutto, questo incontro ha un aspetto di indole generale: fa parte di un progetto di dialogo con tutte le culture emergenti, anche al di fuori dell’orizzonte strettamente cristiano. Il mondo dell’Asia è contrassegnato ormai dall’affacciarsi all’orizzonte di figure molto importanti, dal punto di vista economico, politico e culturale, come ad esempio la Cina e l’India. All’interno di questo progetto, acquista un significato particolare presentare anche la visione cristiana a questi popoli: una visione che ha peraltro anche molti elementi di connessione con le culture caratteristiche di queste nazioni, ma ha anche delle originalità. In primo luogo, soprattutto la dignità e la grandezza della persona, il tema della libertà, il tema dei grandi valori umani, il tema della vita, anche il tema dell’amore, della morte, del dolore, del male: tanti temi che costituiscono una vera e propria costellazione, nella quale brilla anche evidentemente la dimensione economica e sociale.

D. – Il mondo è più vicino, dunque anche l’Asia è più vicina in questo mondo globalizzato, con Internet e così via. Con l’Asia più vicina, quale può essere il dialogo più ricco e più bello?

R. – Innanzitutto, ritorniamo proprio al tema dell’economia. L’economia fino a non molto tempo fa – e possiamo dire che ancora per certi versi lo sia – è una rappresentazione soprattutto di questioni di tipo tecnico-modellistico, di rapporti economico finanziari, monetari, di leggi di mercato e così via. Ora, noi sappiamo però che una forte corrente dell’economia contemporanea, a livello teorico – e pensiamo a personalità come l’indiano Amartya Sen oppure l’americano Joseph Stiglitz – comincia ad interrogarsi sempre di più sull’economia con una dimensione umana, con una dimensione etica, e cioè si dedica allo studio delle leggi, nomos, e dell’oikos, cioè della casa del mondo in cui noi tutti siamo. E’ per questo motivo che entrano anche valori che sono tipicamente umani, che il cristianesimo continuamente declina, e valori che toccano anche tutte le grandi domande che l’umanità ininterrottamente propone: pensiamo anche alle domande radicali dell’esistenza, della sopravvivenza, della libertà, della fatica di vivere, della distribuzione dei beni.

D. – L’Asia purtroppo è venuta alla cronaca negli ultimi mesi anche per episodi di discriminazione o violenze nei confronti dei cristiani. La questione può essere affrontata nell’ambito di incontri come questi?

R. – Certamente, noi abbiamo l’intenzione, proprio perché uno dei temi fondamentali è proprio quello del rapporto interculturale, non soltanto multiculturale. Non si tratta di popoli che devono stare l’uno accanto all’altro e magari in frizione o comunque in pura e semplice convivenza, ma di popoli che vogliono entrare in dialogo tra di loro. Proprio per questo noi ci batteremo attraverso gli ambasciatori di questi Stati, per far sì che si operi su questa linea. (ap)







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