Nicaragua-Costa Rica: il verdetto dell'Aja sul fiume Juan definito soddisfacente
Sembrerebbe aver accontentato entrambe le parti, almeno da come è stato accolto ufficialmente,
il verdetto con cui la Corte internazionale di giustizia dell’Aja ha ordinato a Nicaragua
e Costa Rica di astenersi, entrambi, dal mantenere truppe e polizia nel territorio
di frontiera lungo il fiume San Juan, oggetto di un’annosa disputa. Se il governo
di San José l’ha definito “una vittoria”, Managua l’ha giudicato “favorevole” perché
gli consentirà di proseguire le operazioni di dragaggio del fiume, avviate il 18 ottobre
scorso: sono state proprio le operazioni e il successivo posizionamento dell’esercito
nicaraguense sull’isola fluviale di Calero, in una porzione di territorio rivendicata
dalla Costa Rica, ad innescare la dura reazione di San José che ha accusato il vicino
anche di danni ambientali a una sua riserva naturale. “La Corte - riferisce l'agenzia
Misna - ha emesso una risoluzione storica, le frontiere non possono essere alterate
unilateralmente né con la forza” ha detto la presidente costaricana Laura Chinchilla.
“Accogliamo la sentenza…Non abbiamo niente contro i costaricani” ha dichiarato il
collega nicaraguense Daniel Ortega. In un comunicato congiunto, i governi di Messico
e Guatemala hanno rivolto un appello ai due Paesi in disputa esortandoli, “a partire
dalle misure prese dalla Corte, a fare un nuovo sforzo per arrivare a una soluzione
soddisfacente al loro contenzioso attraverso il dialogo e il negoziato”. Sul merito
della disputa frontaliera, la Corte dell’Aja deve ancora esprimersi. Il verdetto non
ha però contribuito a far scendere la tensione: il ministro della Sicurezza costaricano,
José María Tijerino, ha annunciato l’invio di una missione al confine per verificare
se i militari nicaraguensi “abbiano piazzato delle mine”, esortando la polizia posizionata
nell’area a “restare in allerta, evitando provocazioni”. (R.P.)