Egitto, violenti scontri al Cairo tra cristiani copti e musulmani
Sono salite ad almeno 13 le vittime dei violenti scontri esplosi ieri al Cairo tra
cristiani e musulmani. Lo riferiscono fonti sanitarie e della sicurezza secondo le
quali altre 140 persone sono rimaste ferite nelle violenze. Nel Paese torna dunque
a salire la tensione interreligiosa che va ad aggiungersi al turbolento periodo di
transizione apertosi dopo la cacciata del presidente Mubarak. Il servizio di Marco
Guerra:
Torna altissima
la tensione interreligiosa in Egitto dopo i violenti scontri della notte scorsa tra
cristiani e musulmani nel quartiere Moqqata del Il Cario. Naguib Gibrail, avvocato
di un'associazione di copti egiziani, ha accusato i musulmani di aver sparato sui
dimostranti che, per il terzo giorno consecutivo, protestavano davanti alla sede della
tv pubblica per la chiesa data alle fiamme nella regione di Helwan a causa di una
faida scatenata da una relazione tra un musulmano e una cristiana. Padre Yohanna,
della chiesa della Santa Vergine limitrofa al teatro dell’attacco, attribuisce invece
all’esercito la responsabilità dei colpi sparati contro i manifestanti. Intanto, una
fonte ufficiale rimasta anonima, ha confermato la morte di sei copti e cinque musulmani
tutti per colpi da arma da fuoco. Diverse ricostruzioni dei fatti dicono comunque
che nella tarda serata di ieri i manifestati copti sono stati attaccati da un gruppo
di musulmani salafiti che inscenava una protesta per il caso di una giovane cristiana
che sarebbe sparita dopo essersi convertita all'Islam. Un caso che in passato è stato
usato anche da al-Qaeda come pretesto per giustificare le stragi contro i cristiani
in Iraq. Ad ogni modo le violenze dimostrano che nel Paese arabo, impegnato
nella transizione del dopo Mubarak, continuano ad accumularsi tensioni religiose-economiche
e sociali che alimentano una forte incertezza per il futuro.