Terra Santa: dati Unicef 2010 sui bambini vittime del conflitto
Pubblicato il rapporto annuale sui minori che nel 2010 sono state vittime del conflitto
armato in Terra Santa. Secondo l'Unicef – riferisce l’Osservatore Romano - sono 11
i bambini palestinesi che hanno perso la vita a causa delle armi da guerra, mentre
360 sono rimasti feriti in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. Sono invece 2 i
bambini israeliani rimasti feriti: il primo durante una sassaiola contro un auto di
coloni israeliani nei Territori palestinesi, il secondo in seguito all’esplosione
di un razzo caduto sulla città costiera di Ashkelon. Erano alla ricerca di pezzi di
metallo da riciclare e rivendere, i cinque degli 11 ragazzi palestinesi caduti sotto
i colpi israeliani per essere entrati nella zona cuscinetto imposta dalle forze di
difesa per delimitare la Striscia di Gaza. La zona di rispetto, che di fatto dovrebbe
estendersi per 300 metri, raggiunge un chilometro e in alcuni tratti anche due. Chi
entra in questa fascia di terra può diventare bersaglio dei militari. Altri 2 sono
stati uccisi mentre si avvicinavano al confine con in mano un fucile; 3 sono stati
stroncati da un colpo di mortaio; due, sempre a Gaza, sono rimasti vittime di un ordigno.
I 4 ragazzi morti in Cisgiordania hanno perso la vita in incidenti con i coloni, per
colpi sparati dalle forze di sicurezza o dai coloni stessi. I 360 minori feriti sono
stati colpiti dalle forze di sicurezza israeliane o da coloni; tra questi 18 bambine
e 58 di età inferiore ai 12 anni. Il 17% degli incidenti ha avuto luogo nella Striscia
di Gaza, l’83% in Cisgiordania, il 38% a Gerusalemme Est. Secondo il rapporto Unicef,
26 ragazzi in età tra i 13 e i 17 anni sono finiti sotto il fuoco israeliano mentre
si trovavano a 800 metri dal confine. Le norme internazionali di guerra vietano di
prendere di mira i civili, ma da decenni sono largamente disattese in quasi tutti
i conflitti. 11 minorenni hanno riportato danni fisici provocati da ordigni inesplosi,
altri 5 si sono feriti mentre maneggiavano armi o esplosivi. Nel 2010, sono 3 i casi
documentati di minori utilizzati (in Cisgiordania) come scudi umani dai militari con
la stella di Davide. Una sedicenne e un tredicenne sono stati impiegati così nel corso
di perquisizioni di abitazioni. Un quattordicenne, a Hebron, è stato costretto a precedere
i soldati mentre questi venivano bersagliati con pietre da manifestanti palestinesi.
Nel 2009 gli episodi analoghi documentati erano stati 7, occorsi durante l’Operazione
Piombo Fuso. Cinque anni prima di casi censiti e provati se ne contavano 16. Al dicembre
2010 erano 213 i palestinesi, tra i 12 e i 17 anni d’età, detenuti dai militari israeliani.
Il rapporto Unicef censisce poi 90 casi di maltrattamenti e torture, a fronte di un
caso documentato imputabile alle forze di sicurezza palestinesi. Si tratta di ragazzi
rimasti a lungo ammanettati o costretti in posture disagevoli, oppure richiusi in
isolamento. In tre casi, i minori hanno denunciato di aver subito scariche elettriche
sul corpo durante gli interrogatori. Tra le vittime dei maltrattamenti 24 avevano
meno di 15 anni (due erano sotto i 10 e uno sotto i 7). È documentato l’abuso sessuale
da parte delle forze di sicurezza israeliane su 14 minori (tutti maschi tranne una).
Si tratta per lo più di minacce inerenti alla sfera sessuale, tranne un caso. (M.I.)