Pakistan, nuovo attentato nel Punjab provoca almeno 22 morti
Almeno 22 persone sono morte a causa di un’esplosione che ha distrutto una stazione
di rifornimento di gas a Faisalabad, nella provincia orientale del Punjab. Ad innescare
la deflagrazione è stata un’auto-bomba, lasciata in sosta dagli attentatori nella
stazione di servizio, non distante da diversi edifici governativi. L’attentato non
è stato rivendicato ma si sospetta sia stato compiuto da un gruppo radicale locale
legato ad Al-Qaeda. La matrice estremista islamica è legata anche all’imboscata compiuta
lo scorso 2 marzo da uomini armati ad Islamabad e costata la vita al ministro pakistano
per le minoranze religiose, il cattolico Shahbaz Bhatti. Nella regione del Punjab,
teatro dell’odierno attentato, sono attivi diversi gruppi fondamentalisti. Lo scorso
4 gennaio è stato ucciso il governatore di questa provincia, Salman Taseer, che chiedeva
l’abolizione della legge sulla blasfemia.
Confine tra Afghanistan e Pakistan,
raid contro una base di talebani Nuova operazione contro ribelli talebani.
Un missile americano ha colpito un covo di talebani in un'area del Pakistan al confine
con l'Afghanistan. Secondo fonti locali, sono morti almeno 5 miliziani islamici.
A
luglio, prime fasi del ritiro americano dall’Afghanistan La situazione sul
terreno dovrebbe consentire alle truppe statunitensi di iniziare, come previsto, il
ritiro dall’Afghanistan a partire dal prossimo mese di luglio. E’ quanto ha dichiarato
a Kabul il segretario americano alla Difesa, Robert Gates. Durante la conferenza stampa,
alla quale era presente il presidente afghano Hamid Karzai, Gates ha anche definito
un “incidente di percorso” il raid aereo compiuto dalla Nato la scorsa settimana nel
Paese asiatico. Durante l’operazione, sono stati uccisi per errore nove bambini afghani.
Tunisia,
terzo governo dalla caduta di Ben Ali In Tunisia un nuovo governo, il terzo
dalla caduta di Ben Ali, ha giurato nelle mani del presidente ad interim Fouad Mebazaa.
Ne fanno parte 5 nuovi ministri e altri 16 già presenti in quello precedente. All’’84enne
premier Beji Caid Sebsi restano la titolarità dei dicasteri di Difesa, Interni, Esteri
e Giustizia. Il primo atto del neonato esecutivo è stato lo scioglimento dell’apparato
di polizia politica. Il governo dovrebbe traghettare il Paese alle elezioni dell’Assemblea
costituente, già fissate per il prossimo 24 luglio.
Algeria, manifestazione
di protesta delle guardie comunali Hanno sfidato il divieto di manifestare
ad Algeri e sono scese in piazza per chiedere un aumento dello stipendio ed una riduzione
delle ore di lavoro. Migliaia di guardie comunali si sono date appuntamento nella
piazza dei Martiri della capitale algerina in segno di protesta. Nel corso della manifestazione
le guardie – in gran parte in divisa – hanno anche raggiunto la sede del Parlamento.
Hanno promesso di manifestare fino a quando le loro richieste non saranno accolte.
Farc,
sequestrate 23 persone in Colombia Almeno 23 dipendenti della compagnia petrolifera
canadese ‘Talisman Energy’ sono stati sequestrati dalle Forze armate rivoluzionarie
della Colombia (Farc) in una zona di frontiera con il Venezuela. Secondo il portavoce
della compagnia, Tomas Rueda, il sequestro dei 23 dipendenti, tutti di nazionalità
colombiana, è avvenuto vicino a Cumaribo. Nella zona sono in corso operazioni di ricerca
da parte dei militari per liberare gli ostaggi.
Colloqui tra Serbia e Kosovo Al
via oggi a Bruxelles i primi colloqui diretti tra Serbia e Kosovo da quando Pristina
ha proclamato l'indipendenza, il 17 febbraio 2008. L'incontro, presieduto dall'Unione
Europea, giunge quando a Belgrado il premier serbo Mirko Cvetkovic ha presentato al
parlamento un nuovo governo. E’ incentrato su questioni pratiche riguardanti energia,
trasporti, giustizia, forze di sicurezza, licenze commerciali. Sui colloqui però pesano
le tensioni riguardanti lo status del Kosovo. Giada Aquilino ne ha parlato
con Mauro Ungaro, direttore del settimanale dell’arcidiocesi di Gorizia "Voce
Isontina" ed esperto di questioni balcaniche:
R. – Credo,
che prima di tutto, vada salutata con particolare interesse la ripresa dei negoziati
tra Pristina e Belgrado. Già il fatto che i due Paesi si ritrovino attorno allo stesso
tavolo dopo oltre tre anni di gelo e di silenzio è veramente importante. Nell’agenda
dei lavori paiono esserci solo delle questioni tecniche, però è anche vero che Pristina
ha indicato come proprio capo delegazione il vice premier Edita Tahiri e anche da
parte serba la delegazione è di alto livello. Quindi questioni tecniche, anche se
avranno senz’altro carattere politico. Certamente rimangono dei punti in sospeso su
quella che può essere tutta la questione del Kosovo.
D. – Proprio lo
status del Kosovo si può definire una questione ancora aperta o, dopo il pronunciamento
della Corte internazionale di giustizia e la presa d’atto da parte dell’Onu, non è
più in discussione?
R. – Personalmente ritengo che non sia più in discussione:
l’indipendenza del Kosovo di fatto rimarrà tale. Certamente, le due parti in questo
momento stanno cercando di portare a casa, entrambe, il maggior risultato possibile.
Da una parte c’è Belgrado, che sta continuando a fare dei passi avanti nel cammino
di adesione all’Unione Europea e, dall’altra parte, c’è Pristina, che si trova in
una situazione economica difficilissima con la disoccupazione ormai al 48 per cento,
con il 45 per cento delle famiglie - secondo gli ultimi dati - che vive sotto la soglia
di povertà e, soprattutto, con un governo che sta cercando di riacquistare un volto
internazionale, dopo gli scandali che hanno interessato il premier Hashim Thaci nei
mesi scorsi.
D. – Alcuni osservatori dicono che, anche se non è mai
stato esplicitato, la Serbia si trova di fronte ad uno scambio di fatto tra un riconoscimento
del Kosovo e l’ingresso nell’Unione Europea...
R. – E’ indubbio e anche
significativo che il vice premier kosovaro Tahiri giunga a Bruxelles direttamente
da Washington, dove si è recato in queste ore per incontrare l’amministrazione Obama.
Le pressioni internazionali su entrambe le parti per giungere ad un accordo sono fortissime.
Anche alla Serbia in questo momento la cosa che interessa di più è proprio l’adesione
all’Unione Europea e l’accordo con Pristina è un passo necessario ed inevitabile se
si vuole giungere a questa adesione.
D. – Il futuro politico del Kosovo,
invece, attraverso quale strada passa?
R. – Indubbiamente l’intera area
balcanica sta riacquistando un’importanza fondamentale. Il 2011 avrebbe dovuto essere
l’anno fondamentale per la Macedonia, per il Montenegro, per la Serbia e per l’Albania
nel cammino di adesione all’Unione Europea. Ci sono stati però dei problemi. Per la
Croazia, l’adesione probabilmente slitterà dal 2012 al 2013. Indubbiamente, però,
il futuro dell’Europa passa attraverso l’ingresso dei Paesi dei Balcani nell’Unione
Europea. (ap)
Attentato di Stoccolma, fermato un complice del kamikaze In
Scozia è stato arrestato un uomo di 30 anni sospettato di avere legami con gli organizzatori
dell’attentato compiuto lo scorso mese di dicembre a Stoccolma. L’attacco suicida,
che non ha causato morti oltre al kamikaze, era stato rivendicato da gruppi islamici.
Il kamikaze era un cittadino svedese nato in Iraq.
Rinviato il processo
all’ex presidente francese Chirac Il processo per corruzione contro l'ex presidente
francese Jacques Chirac è stato rinviato al giugno 2011. E’ quanto ha riferito oggi
il tribunale di Parigi, che ha accettato la questione di incostituzionalità sollevata
dai legali, che chiedono la prescrizione dei reati. L’ex capo dell’Eliseo, oggi 78.enne,
è imputato per appropriazione indebita di fondi pubblici. L’inchiesta si riferisce
agli anni in cui Chirac era sindaco di Parigi. Rischia fino a 10 anni di reclusione.
Costa
D’Avorio, nazionalizzata la produzione di cacao e caffè Laurent Gbagbo, presidente
uscente della Costa d’Avorio che si rifiuta di lasciare il potere, ha dichiarato che
“l’acquisto di caffè e cacao dai produttori viene ora condotto esclusivamente dallo
Stato”. Alassane Ouattara, presidente eletto a novembre e riconosciuto dalla comunità
internazionale, ha più volte chiesto ai produttori di cacao di bloccare le esportazioni
in modo da tagliare risorse finanziarie a Gbagbo. La Costa d’Avorio è il primo produttore
al mondo di cacao.
Il presidente italiano Napolitano sulla Giornata internazionale
della donna Sono ancora “troppe le diversità di genere nella rappresentanza
politica, nei media e nelle conduzioni di imprese troppe le strozzature all’accesso
del mondo del lavoro”. E’ quanto sottolinea il presidente della Repubblica italiana,
Giorgio Napolitano, in occasione dell’odierna Giornata internazionale dedicata alla
donna. Il capo dello Stato condanna in particolare “un’immagine consumistica che riduce
la donna da soggetto a oggetto, propiziando comportamenti aggressivi che arrivano
fino al delitto”. Il presidente Napolitano sollecita anche il contributo fondamentale
delle donne, anche immigrate, ad una “necessaria opera di rinnovamento morale”.
‘Ndrangheta,
41 arresti in Calabria e all’estero Proseguono le operazioni delle forze dell’ordine
contro cosche della ‘ndrangheta della provincia di Reggio Calabria e ramificazioni
nel nord Italia e all’estero. Almeno 41 persone, appartenenti all’organizzazione mafiosa,
sono state arrestate dai carabinieri del Ros e dalla squadra mobile in Calabria, Australia,
Germania e Canada. Le persone fermate sono accusate di associazione per delinquere
di stampo mafioso.
Un maori nominato governatore della Nuova Zelanda Jerry
Mateparae, 56 anni, è stato nominato governatore generale della Nuova Zelanda. E’
il secondo maori, nella storia del Paese, ad assumere questa prestigiosa carica. Ex
capo di Stato maggiore delle forze armate neozelandesi, resterà in carica per 5 anni.
Come altre ex colonie britanniche la Nuova Zelanda, pur essendo un Paese indipendente,
riconosce la regina Elisabetta come suo capo di Stato. Il governatore generale è tradizionalmente
nominato dalla regina su indicazione del governo locale. (Panoramica internazionale
a cura di Amedeo Lomonaco)
Bollettino del Radiogiornale della Radio
Vaticana Anno LV no. 67