2011-03-08 14:39:37

Messaggio del segretario generale dell’Onu per la 100.ma Giornata internazionale della donna


“In troppi Paesi e società, le donne sono ancora cittadine di seconda classe”, denuncia Ban Ki-moon, nel suo Messaggio. “In casa e a scuola, al lavoro e nella comunità, essere donna vuol dire troppo spesso essere vulnerabile”. Senza sottovalutare i progressi raggiunti dalle donne in cento anni nel cammino di emancipazione e di valorizzazione del genio femminile, il segretario generale dell’Onu rimarca che “restano ampie differenze all’interno e tra gli Stati”. Sebbene il divario nell’istruzione stia scomparendo, “tuttora l’educazione viene negata a troppe ragazze che lasciano gli studi”; “donne e bambine continuano a subire discriminazione e violenze inaccettabili”, spesso per mano di mariti, compagni e parenti; sovente nelle zone di conflitto viene praticata la violenza sessuale “per intimidire le donne e intere comunità”. Rassicura Ban Ki-moon di lavorare “per porre fine all'impunità e operare un cambiamento di mentalità”, attraverso la “campagna “Unite per Porre fine alla Violenza contro le Donne”, collegata “Rete di uomini leader” e coinvolgere le donne in tutti gli aspetti del costruzione e del mantenimento della pace, cosi come indicato della risoluzione 1325 del Consiglio di Sicurezza. Se aumentano le donne nei Parlamenti “meno del 10% dei Paesi puo vantare Capi di Stato o di governo donne”, “gravemente sottorappresentate” “anche ai più alti livelli del mondo degli affari e dell'industria”. Ricorda Ban Ki-moon di avere lanciato quest’anno, una nuova agenzia “Un Woman” per la parità uomo donna, che segue la recente iniziativa per rafforzare il ‘potere’ delle donne (Women's Empowerment Principles), sottoscritta da oltre 130 grandi gruppi industriali, al fine di correggere gli attuali squilibri a sfavore delle donne nei processi decisionali nella vita delle comunità. (A cura di Roberta Gisotti)







All the contents on this site are copyrighted ©.