Dibattito sul fine vita alla Camera, "Scienza e vita": siamo contro ogni forma
di eutanasia
In Italia, approda oggi in aula alla Camera dei Deputati il cosiddetto disegno di
legge sul fine vita. Il testo già licenziato dal Senato sarà votato ad aprile. L’associazione
dei medici Cattolici Italiani ha sottolineato la propria opposizione ad ogni forma
di eutanasia, la centralità della cura del paziente e la non obbligatorietà delle
Disposizioni Anticipate di Trattamento per il medico. Sulla stessa linea l’associazione
"Scienza e Vita". Massimiliano Menichetti ha intervistato il presidente del
sodalizio, Lucio Romano:
R. - La posizione
di "Scienza e Vita" è quella della tutela della vita del soggetto nella sua fase ultima,
nella sua terminalità. Non ci deve essere assolutamente un obbligo, un vincolo per
il medico in relazione alle disposizioni anticipate di trattamento; si devono sempre
assicurare ai soggetti le cure necessarie, anche se non è più possibile ricorrere
ad interventi terapeutici che potrebbero portare alla guarigione della persona. Le
disposizioni anticipate di trattamento, così strutturate, rappresentano un proseguo
della relazione medico-paziente, che altrimenti sarebbe interrotta in ragione della
incapacità di intendere e di volere della persona stessa. D.
- Voi ribadite: le Disposizioni Anticipate di Trattamento non devono costituire un
obbligo per il medico…
R. - Sì, perché le Disposizioni Anticipate di
Trattamento - così come anche riportato dalla Convenzione di Oviedo, art. 9 - stanno
ad indicare semplicemente delle indicazioni “ora per allora” di un trattamento cui
dovranno essere sottoposte le persone stesse. Non può quindi essere vincolante, perché
bisogna rispettare assolutamente anche la libertà del medico, la sua deontologia professionale
ed anche la possibilità di assicurare al soggetto in situazione di incapacità di intendere
e di volere la migliore assistenza, senza evidentemente incorrere né nell’accanimento
né tantomeno nell’abbandono.
D. - La morte di Eluana Englaro impresse
un grande slancio al dibattito in materia: punto nodale, allora come oggi, fu la questione
di alimentazione ed idratazione, ritenute o meno terapie e non semplice cura della
persona…
R. - Alimentazione e idratazione assistite non rappresentano
assolutamente un intervento terapeutico, ma rappresentano forme di sostegno vitale,
una cura. E’ sufficiente fare un’osservazione immediata: se si sospende l’alimentazione
e l’idratazione, la persona muore per inazione e per disidratazione, ma non muore
per la malattia. E’ evidente che nei casi specifici, previa una rigorosa valutazione
in ambito medico, dove l’alimentazione e l’idratazione non vengono più a rappresentarsi
come sostegno fisiologico delle funzionalità organiche e quindi siamo in una frase
agonica e preagonica, evidentemente - in quel caso - l’alimentazione e l’idratazione
non avrebbero più motivo di essere.
D. - Ma questo chi lo deve stabilire?
R.
- Tutto deve essere sempre frutto di una relazione che deve avvenire nel pieno dell’autonomia
per scienza e per coscienza da parte del medico.
D. - C’è chi dice
che le Disposizioni Anticipate di Trattamento e il testamento biologico sono in realtà
la stessa cosa: è così?
R. - Non è solamente una raffinatezza che potremmo
definire di ordine semantico: quando si parla di testamento biologico, oltre a quelle
che sono le incongruenze di una definizione in quanto tale, si implica la vincolatività
di un’azione, di un desiderio, di una volontà. Il testamento biologico rappresenta
l’ufficializzazione dell’eutanasia. La Disposizione Anticipata di Trattamento, opportunamente
e rigorosamente messa in essere, non può invece rappresentarsi come una forma eutanasica,
ma come relazione medico-paziente per una persona che non è più in grado di intendere
e di volere.
D. - Qual è, dunque, il vostro auspicio per questa proposta
di legge, che inizia oggi il suo iter alla Camera, dopo essere stata già approvata
al Senato?
R. - Che possa trovare una condivisione trasversale e che
possa comunque mantenersi in rigore di specificazione per quanto riguarda - ripeto
- la non vincolatività e per quanto riguarda l’alimentazione e l’idratazione, da considerarsi
come cure e da non confondere con le terapie: sono cure e non terapie! (mg)