2011-03-06 14:13:08

Il messaggio della Pontificia Commissione per l’America Latina per la Giornata Ispanoamericana


Come da tradizione, ogni prima domenica di marzo le diocesi spagnole osservano la “Giornata Ispanoamericana”, promossa dall’Opera di cooperazione sacerdotale ispanoamericana (Ocsha) con l’obiettivo di mantenere vivo l’impegno missionario della Chiesa in Spagna a favore delle Chiese sorelle dell’America Latina. In un messaggio diffuso in vista dell’evento - quest’anno sul tema “Giovani missionari per un Continente giovane” - il cardinale Marc Ouellet, presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina, e il vicepresidente dell’istituto, mons. Octavio Ruiz Arenas, sviluppano una riflessione sulla ricerca di senso da parte dei giovani, alla luce della domanda rivolta a Gesù dal giovane ricco “Che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?” (Mc 10,17). Una domanda multiforme – spiega il documento – che si manifesta come desiderio esplicito di incontrare Dio, ricerca di un significato esistenziale più alto. Alcuni credono di aver incontrato questo significato definitivo nelle realtà mondane, ponendo a tacere la voce della coscienza - argomenta il testo del messaggio - ma di fronte alle false offerte di felicità, la Chiesa, “esperta in umanità” ricorda la “vera risposta che solo il Maestro possiede: Egli stesso, la persona stessa di Gesù Cristo”. Citando il Messaggio di Benedetto XVI per la Giornata Mondiale della Gioventù del 2010, la Pontificia Commissione per l’America Latina evoca le parole del Signore al giovane ricco, “Vieni e seguimi”: “Una proposta d’amore”, che può solo realizzarsi nella vocazione alla vita cristiana, vissuta come autentica risposta di amore. Con uno “sguardo speciale” rivolto ai giovani – continua il documento - oggi come allora il Signore li invita ad essere “suoi discepoli e missionari nel mondo”, chiamando alcuni a seguirLo più da vicino e a consacrare la loro vita all’annuncio del Regno di Dio. Il testo affronta quindi un’ampia riflessione sul senso del sacerdozio nel tempo presente, a partire da un’omelia dell’allora cardinale Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, nella quale si evidenziava come il mondo abbia bisogno di pastori che si preoccupino dell’anima dell’uomo e lo aiutino a non perderla nel frastuono quotidiano. Oggi più che mai – osservano ancora gli autori del Messaggio – il sacerdote è nel mondo “segno di contraddizione” e “la sua opzione per un cammino di rinuncia e donazione radicale può solo essere spiegata dalla straordinaria forza di attrazione che esercita sui giovani la chiamata personale di Gesù Cristo”. Ciò che meglio definisce il sacerdote è il suo “essere discepolo e missionario, lo stare con Lui ed essere inviato da Lui” – aggiunge il testo, che con questa esortazione si conclude: “Eleviamo dunque al Signore, con l’intercessione di Maria Santissima, una preghiera speciale per tutti i sacerdoti, specialmente per quanti si trovano nel bisogno e per coloro che sono perseguitati per il nome di Cristo. La nostra preghiera perseverante sia anche rivolta al Padrone della Messa, affinché mandi operai sempre più numerosi a lavorare nella sua vigna”. (C.D.L.)







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