Guatemala: iniziativa dei guanelliani contro lo sfruttamento minerario della terra
In 5 mila oggi a San Rafael Las Flores, in Guatemala, si sono riuniti per dire “no”
alla costruzione di una miniera per la ricerca di oro, argento e nichel. Con una Messa,
presieduta dal vescovo locale mons. Bernabé de Jesús, ed una processione silenziosa,
nella mattina di oggi, i manifestanti hanno raggiunto il sito dove sorgerà l’ingresso
del tunnel lasciando a terra dei fiori. Il progetto, che gode dell’appoggio del governo
ed è stato affidato ad una multinazionale canadese, prevede la costruzione di un tunnel
lungo 4 chilometri, largo 5 per 6 metri, che consumerà oltre 250 mila litri d’acqua
l’ora, insieme a del cianuro. Nonostante le proteste delle comunità locali, secondo
il piano dei lavori, a maggio inizierà la costruzione del tunnel per inaugurare la
miniera, da concludere entro due anni. “A poco meno di 2 km dal paese, una zona montagnosa,
sono già arrivati i mezzi pesanti e gli esplosivi”, scrive in una nota padre Juan
Manuel Arija, missionario guanelliano, che spiega: “Hanno un permesso di esplorazione
di 50 km quadrati. (…) Un vero e proprio sfruttamento, che lascia l’acqua contaminata
e la terra improduttiva alla gente che qui vive di agricoltura e di quanto i parenti
inviano loro dagli Stati Uniti. Si parla di progresso, sviluppo. Ma si tratta solo
di politiche miopi ed egoistiche. Dare Pane e Signore – come diceva don Guanella –
significa anche questo: denunciarle, perchè privano del necessario le persone e non
offrono prospettive. Siamo in piazza in difesa della vita, accanto alla gente con
amore, per rinnovare i cuori”. Il progetto di sensibilizzazione alla custodia del
Creato, con la creazione di un Consejo Diocesano en defensa de la naturalezza – Codidena,
nasce due anni fa: “Eravamo 4 persone – ricorda il missionario guanelliano - ora siamo
migliaia e molti in Guatemala guardano a noi con speranza (…). Tutto ha avuto inizio
quando hanno cominciato a distruggere due boschi vicini che davano acqua al Chapas.
Abbiamo fatto sentire la nostra voce, poi si é aggiunta la comunità locale. Dopo un
incontro della Conferenza abbiamo deciso di organizzare sistematicamente degli incontri
in cui informare bene la gente in modo che non si lasci manipolare. Educare, la missione
più impegnativa e appassionante”. “Vogliamo che questa sensibilizzazione arrivi fino
a livello nazionale – è l’auspicio finale di padre Arija -, la natura è la risorsa
principale che abbiamo per vivere”. Un augurio che trova alimento nell’adesione di
molti amministratori locali: 11 sindaci su 14 hanno firmato un documento che avalla
la lotta pacifica per l’ambiente. (C.D.L.)