2011-03-06 10:49:26

A Roma, una Conferenza di giornaliste dell’area mediterranea


Cronache Migranti – Donne fuori dai luoghi comuni”: è il titolo dato alla prima Convention Internazionale di giornaliste e attiviste dell’area mediterranea. Esperte provenienti da Nord africa, Europa e Medio Oriente si sono riunite a Roma per scambiare esperienze, discutere dell’immagine delle donne fornita dai media, del lavoro sul campo e all’interno delle redazioni. Un incontro finalizzato all’elaborazione della “Carta delle giornaliste del Mediterraneo”, uno strumento per il miglioramento dell’offerta informativa al femminile nel suo complesso. L’iniziativa nasce da un’idea dell’Associazione Stampa Romana, realizzata in collaborazione con partner nazionali e internazionali, associazioni di categoria, enti pubblici e network della comunicazione. C’era per noi Silvia Koch:RealAudioMP3

Le donne oggetto delle notizie e le professioniste dell’informazione. Si possono riassumere così i tanti temi trattati nel corso di questa tavola rotonda finalizzata alla valorizzazione del contributo delle donne nella comunicazione. Troppo spesso trattate come vittime o corpi nudi e muti quasi mai posizionati alla guida di giornali, radio e televisioni. Agire sull’informazione per migliorare la società nel suo complesso: è l’appello lanciato perché quello che accade nel microcosmo delle redazioni rispecchia l’impostazione culturale dominante anche all’esterno. Ad esempio in Italia, su 118 quotidiani solo tre possono vantare la guida di direttrici. Claudia Padovani, referente di un progetto per la valutazione sulla rappresentazione delle donne nei media, commenta i dati che emergono dalla loro attività di monitoraggio.

R. - Le donne essenzialmente non sono esponenti di spicco, non sono rappresentate per la loro competenza specifica, non sono esperte, non sono portavoci; sono tendenzialmente l’espressione dell’opinione popolare. Le donne non sono presenti all’interno di quelle che vengono definite le “hard news”, quindi nell’ambito della politica e dell’economia. Sono più presenti come celebrità o nel mondo dell’arte o come persone che si occupano di scienza e di cura e di salute. Ci sono argomenti e temi che sono di appannaggio femminile, ma anche in questo caso è un appannaggio che riguarda il 22 per cento dei soggetti delle notizie. Quindi anche da questo punto di vista c’è una tendenziale sottorappresentazione, una rappresentazione che non corrisponde a quello che è la pluralità e le competenze femminili.

D. - Quali sono le vostre proposte?

R. - Per esempio l’istituzione di un archivio delle competenze al femminile a cui i professionisti dell’informazione potrebbero fare riferimento per presentare le tematiche che fanno parte dell’agenda dell’informazione. Per quello che riguarda l’Italia c’è esigenza della formazione dei giornalisti orientata sia alla dimensione maschile che a quella femminile. C’è l'esigenza dell’educazione.

Padovani conclude ricordando l’importanza per le donne di confrontarsi, mettersi in rete e intraprendere azioni comuni a livello internazionale.







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