2011-03-05 15:21:18

Manifestazioni in Algeria, Giordania e Bahrein


La protesta non si ferma in Nord Africa e Medio Oriente: nella capitale algerina, Algeri, si sono svolte oggi almeno tre manifestazioni in punti diversi della città. Rafforzate le misure di sicurezza, mentre alcuni scontri si sono registrati tra i sostenitori del presidente Abdelaziz Bouteflika e gli oppositori del regime.

In Giordania migliaia di persone appartenenti per lo più al Fronte d'azione islamico (Fai) sono tornate ieri in piazza ad Amman per chiedere riforme urgenti all'indomani del rifiuto del nuovo premier, Maaruf Bakhit, di concedere una monarchia costituzionale che limiti il potere del re Abdallah II. Il Fai chiede una riforma costituzionale che consenta l'elezione diretta del premier e che dia più libertà alle formazioni politiche. Nel tentativo di placare le proteste, il governo di Amman aveva di recente approvato un piano di incentivi e sussidi alle fasce più povere della popolazione per un costo totale di 225 milioni di dollari.

Decine di migliaia di persone hanno marciato ieri anche a Manama, capitale del Bahrein, per chiedere le dimissioni del governo e una nuova costituzione. La protesta è particolarmente forte fra la maggioranza sciita della popolazione del Paese, guidato da una dinastia sunnita. Un appello a evitare però ogni fondamentalismo è stato lanciato dal leader del partito di opposizione sciita al Wefaq, Sheikh Ali Salman, dopo gli scontri scoppiati fra sciiti e sunniti la scorsa notte ad Hamad in cui sono rimaste ferite 8 persone.

La crisi libica continua a provocare anche un aumento del numero di profughi che affolla la frontiera con la Tunisia. Il Paese, primo protagonista delle proteste nordafricane con la caduta del presidente Ben Alì, entro domani avrà un nuovo esecutivo, secondo quanto annunciato dal nuovo premier Al-Baji Ca'ed al-Sebsi. Ieri, nel suo primo discorso pubblico da capo del governo, Al-Sebsi ha promesso di “lavorare con la massima trasparenza”, sottolineando che la priorità dell’esecutivo è “ricostruire le istituzioni nazionali per poi riportare la sicurezza nel Paese”.

Sul fronte immigrazione, proseguono gli sbarchi sulle coste siciliane. Poche ore fa è stata tratta in salvo al largo di Lampedusa una nuova imbarcazione con 34 migranti tunisini a bordo. Intanto, continuano le ricerche dei due dispersi nel naufragio di un barcone avvenuto ieri sera nel Canale di Sicilia, tra Marsala e l’isola di Marettimo. Sull'imbarcazione viaggiavano 30 migranti. I 28 superstiti sono giunti in nottata nel porto di Mazara del Vallo.








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