La protesta non si ferma in Nord Africa e Medio Oriente: nella capitale algerina,
Algeri, si sono svolte oggi almeno tre manifestazioni in punti diversi della città.
Rafforzate le misure di sicurezza, mentre alcuni scontri si sono registrati tra i
sostenitori del presidente Abdelaziz Bouteflika e gli oppositori del regime.
In
Giordania migliaia di persone appartenenti per lo più al Fronte d'azione islamico
(Fai) sono tornate ieri in piazza ad Amman per chiedere riforme urgenti all'indomani
del rifiuto del nuovo premier, Maaruf Bakhit, di concedere una monarchia costituzionale
che limiti il potere del re Abdallah II. Il Fai chiede una riforma costituzionale
che consenta l'elezione diretta del premier e che dia più libertà alle formazioni
politiche. Nel tentativo di placare le proteste, il governo di Amman aveva di recente
approvato un piano di incentivi e sussidi alle fasce più povere della popolazione
per un costo totale di 225 milioni di dollari.
Decine di migliaia di persone
hanno marciato ieri anche a Manama, capitale del Bahrein, per chiedere le dimissioni
del governo e una nuova costituzione. La protesta è particolarmente forte fra la maggioranza
sciita della popolazione del Paese, guidato da una dinastia sunnita. Un appello a
evitare però ogni fondamentalismo è stato lanciato dal leader del partito di opposizione
sciita al Wefaq, Sheikh Ali Salman, dopo gli scontri scoppiati fra sciiti e sunniti
la scorsa notte ad Hamad in cui sono rimaste ferite 8 persone.
La crisi libica
continua a provocare anche un aumento del numero di profughi che affolla la frontiera
con la Tunisia. Il Paese, primo protagonista delle proteste nordafricane con la caduta
del presidente Ben Alì, entro domani avrà un nuovo esecutivo, secondo quanto annunciato
dal nuovo premier Al-Baji Ca'ed al-Sebsi. Ieri, nel suo primo discorso pubblico da
capo del governo, Al-Sebsi ha promesso di “lavorare con la massima trasparenza”, sottolineando
che la priorità dell’esecutivo è “ricostruire le istituzioni nazionali per poi riportare
la sicurezza nel Paese”.
Sul fronte immigrazione, proseguono gli sbarchi sulle
coste siciliane. Poche ore fa è stata tratta in salvo al largo di Lampedusa una nuova
imbarcazione con 34 migranti tunisini a bordo. Intanto, continuano le ricerche dei
due dispersi nel naufragio di un barcone avvenuto ieri sera nel Canale di Sicilia,
tra Marsala e l’isola di Marettimo. Sull'imbarcazione viaggiavano 30 migranti. I 28
superstiti sono giunti in nottata nel porto di Mazara del Vallo.