Libia: la Chiesa continua a infondere speranza nei fedeli
“La situazione è quanto mai incerta e tutto ormai è possibile". Lo dice all’agenzia
Fides mons. Giovanni Innocenzo Martinelli, vicario apostolico di Tripoli. "A mio modo
di vedere, - afferma il presule - l’embargo e le minacce da parte internazionale difficilmente
convinceranno le autorità libiche a cedere. Sono forse un idealista, ma credo ancora
in una possibilità di dialogo per cercare una via di uscita. Mi rendo conto che non
è facile in questo contesto, perché ormai abbiamo oltrepassato il limite delle violenze”.
Mons. Martinelli descrive così la situazione della comunità cattolica: “Ogni venerdì
celebriamo 3 o 4 Messe in diverse lingue: inglese, tagalog, coreano. Ieri, per prudenza,
ne abbiamo celebrata una sola, per un centinaio di fedeli, in maggioranza africani
e filippini. Abbiamo celebrato la Messa per infondere speranza in queste persone che
sono costrette a restare per forza, soprattutto per le donne filippine che lavorano
negli ospedali e sono veramente molto coraggiose. Dalla Messa acquistano nuova energia
per continuare a fare il loro dovere, come anche gli africani, che lavorano in impieghi
manuali, e sono molto fedeli alla Chiesa”. “Ogni giorno celebriamo la Messa presso
uno dei centri dove lavorano le suore di una delle 4 comunità religiose che operano
a Tripoli. Celebriamo la Messa anche in un centro sanitario dove operano delle filippine
che faticano a spostarsi a causa dei turni serrati di lavoro” continua il vicario
apostolico di Tripoli. “Padre Sandro, che da tempo è incaricato di seguire i rifugiati
eritrei, è riuscito a tornare a Tripoli in maniera un po’ fortunosa, tramite un aereo
di linea da Malta. Così stiamo procedendo alla registrazione di queste persone, in
modo da avere documenti concreti da presentare agli organi competenti. Speriamo che
qualche Paese possa farsi carico della sorte di queste persone” conclude mons. Martinelli.
(R.P.)