La questione di Cipro: intervista con il presidente Christofias
I vescovi europei del Sud-Est, nel corso del loro incontro a Nicosia, nell’isola di
Cipro, hanno incontrato anche il presidente cipriota Demetris Christofias.
Al centro dei colloqui la questione di Cipro, divisa dal 1974 con l’occupazione turca
nel Nord, il problema della riconciliazione, il dialogo interreligioso e il ruolo
dell’Europa. La nostra inviata Philippa Hitchen ha intervistato lo stesso Christofias:
R.
– I mentioned during my intervention, during this meeting here, … Nel corso
del mio intervento in occasione dell’incontro che si sta svolgendo qui ho detto che
il presidente Makarios aveva preso una decisione coraggiosa: quella di far sì che
lo Stato unitario diventasse uno Stato federale bi-zonale e bi-camerale. Tenendo presente
il fatto che a Cipro non abbiamo mai avuto le precondizioni per una federazione, perché
la popolazione ha sempre vissuto mista in ogni angolo dell’Isola, accettare oggi il
concetto di una federazione bi-zonale e bi-camerale significa che i turco-ciprioti
potrebbero continuare a mantenere il Nord mentre i greco-ciprioti dovrebbero mescolarsi
tra di loro, tornando alle loro case. I turco-ciprioti hanno ottenuto uguaglianza
politica, e uguaglianza politica significa che prenderanno parte agli affari dello
Stato in maniera tale che i greco-ciprioti, che rappresentano la grande maggioranza,
non potranno imporre la loro volontà ai turco-ciprioti; dovrà esserci un’effettiva
partecipazione da parte dei turco-ciprioti negli affari dello Stato e nelle istituzioni.
Questa è una grande concessione da parte dei greco-ciprioti ai compatrioti turco-ciprioti;
ma stiamo parlando di “uno” Stato con una sovranità indivisibile, con persona giuridica
a livello internazionale. Altrimenti, si parla di due Stati. Questa è la differenza
nel punto di vista tra la Turchia e noi. Infatti, a parole la Turchia accetta la federazione,
ma se si esaminano le richieste poste dai leader turco-ciprioti nel corso dei negoziati
non si può non giungere alla conclusione che, di fatto, essi chiedono una “confederazione”
e non una “federazione”. Sono loro che devono cambiare il loro atteggiamento: la Turchia
dovrà comprendere che Cipro è per i ciprioti, ed i ciprioti devono essere lasciati
da soli per poter risolvere i loro problemi tra di loro. Diversamente, continueremo
a torturare questo popolo per molti anni ancora perché – come ho sempre detto – sono
il presidente della Repubblica e capo della comunità greco-cipriota, non sono un commerciante:
non posso “vendere” gli interessi ed i conflitti della mia stessa comunità non solo
per il bene dell’altra comunità, ma per il vantaggio di stranieri!
D.
– Qual è il ruolo dell’Unione Europea nell’esercitare la sua pressione al fine di
trovare una soluzione?
R. – It plays a positive role, but it could play
a more decisive role. … Il suo ruolo è positivo, anche se potrebbe essere
più decisivo. L’Unione Europea ha interesse alla riunificazione, ma deve esercitare
maggiori pressioni sulla Turchia e spiegare al Paese che la politica da essa perseguita
è ormai anacronistica. Gli europei devono essere più coraggiosi e più incisivi. (gf)