L’invito dei missionari rimasti in Libia: “Pregate per il Paese”
Un invito a pregare per la Libia, ormai sull’orlo della guerra civile, è quello che
arriva dai missionari che hanno scelto di rimanere nel Paese dove, attualmente, vivono
15 sacerdoti, compresi due vescovi, e 80 suore. “La scelta di quasi tutti è stata
quella di restare accanto alla popolazione e alle comunità cristiane – racconta all'agenzia
Sir padre Massimiliano Taroni, dell’Ordine dei Frati Minori, uno dei più stretti collaboratori
in Italia dei vicari apostolici di Tripoli e Bengasi – la Chiesa in Libia, infatti,
è quasi esclusivamente impegnata in attività sociali come l’impegno all’interno delle
Caritas e il servizio negli ospedali”. Il frate racconta ancora che a Bengasi, la
città della Cirenaica da cui è partita la rivolta, la situazione “sembra indirizzata
verso un progressivo ritorno alla normalità”. A regnare sovrana, comunque, è l’incertezza
sul futuro, dovuta anche alla chiusura di tutte le attività e alla fuga di molti lavoratori
stranieri: fatto, questo, che contribuisce a mantenere elevata la tensione. (R.B.)