Si celebra oggi, primo venerdì di marzo, la Giornata mondiale di Preghiera per le
donne, un’iniziativa ecumenica nata negli Stati Uniti a fine Ottocento, alla quale
aderiscono attualmente 170 Paesi. La Giornata fu celebrata per la prima volta il 4
marzo 1927, dopo che furono unite in un unico momento di preghiera le due giornate
preesistenti: una rivolta a lenire i problemi sociali interni, l’altra finalizzata
ad aiutare le missioni estere. Alle origini di questa giornata, scrive L’Osservatore
Romano, c’è l’iniziativa della moglie di un pastore presbiteriano, Mary Ellen James,
che nel 1887, un’epoca in cui gli Usa erano alle prese con i postumi della Guerra
di secessione e con migliaia di immigrati, decise di lanciare un appello a tutte le
donne presbiteriane per istituire una Giornata di preghiera e condivisione comune,
con una leale confessione dei peccati individuali e nazionali e con concrete offerte
di aiuto per esprimere adeguatamente la contrizione. In seguito, nel 1890, fu lanciato
un altro appello per indire una giornata di meditazione e una raccolta di offerte
per l’alfabetizzazione di donne e bambini in Africa e in Asia. Nel 1995 il Pontificio
Consiglio per la Promozione dell’unità dei cristiani per la prima volta citò espressamente
la Giornata e la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani parlando del movimento
ecumenico. Oggi come allora, ogni anno, la Giornata crea legami forti e agevola gli
scambi di esperienze; la preparazione e la scelta del tema sono affidate a un gruppo
femminile interconfessionale che si rinnova di anno in anno, mentre il Comitato internazionale
redige un giornale con il resoconto delle iniziative svolte. Infine, il tema di quest’anno
arriva dal Cile e si intitola “Quanti pani avete?”, in riferimento alle parole rivolte
da Gesù ai discepoli e invita a mettere i propri cuori accanto a quelli delle sorelle
del Cile. (R.B.)