L'UNICEF mobilita personale e aiuti per rispondere ai bisogni umanitari causati dai
disordini in Libia
Mentre cresce la preoccupazione per l'afflusso di rimpatriati e di lavoratori migranti
in Tunisia, l'UNICEF sta mobilitando ai confini occidentali e orientali della Libia
personale e aiuti. Nei prossimi giorni voli charter UNICEF raggiungeranno le due
capitali confinanti con oltre 160 tonnellate di aiuti (con priorità per kit per l’igiene
e nutrizionali, materiali ricreativi e per il recupero psico-sociale dei bambini)
per far fronte ai bisogni umanitari immediati lungo i confini dell’Egitto e della
Tunisia; sono stati anche pre-posizionati aiuti per una loro possibile distribuzione
all’interno della Libia. Mentre fino ad oggi rimane relativamente basso il numero
di famiglie che attraversano la frontiera della Tunisi, l'UNICEF teme che all’interno
della Libia bambini e donne siano stati gravemente colpiti dai disordini.
Il
Direttore delle Operazioni d'emergenza Louis-Georges Arsenault è arrivato ieri in
Tunisia per incontrare le autorità governative, le agenzie dell’ONU e la Mezzaluna
Rossa Nazionale e discutere sulle necessità umanitarie. Arsenault si recherà a Ras
Jdir, al confine tra Tunisia e Libia per incontrare coloro che sono fuggite dai disordini
in Libia. Il Direttore incontrerà anche i funzionari che si occupano di aiuti e le
autorità locali per discutere le esigenze di chi sta al confine con la Tunisia. L'UNICEF
ha lanciato un appello di raccolta fondi per 7,2 milioni di dollari per rispondere
ai bisogni immediati di donne e bambini colpiti dalle violenze in Libia. Per questa
emergenza l’UNICEF ha attivato proprio personale, già distribuito lungo le regioni
di confine di Tunisia e Egitto; su entrambi i confini, l’UNICEF sta lavorando in collaborazione
con l’UNHCR, l’OIM, le Società della Mezzaluna Rossa di Egitto e Tunisia.