Campagna per proteggere le donne dagli abusi di alcol e droga
Informare, prevenire, curare e infine debellare la piaga della droga operando su più
fronti. Con questi obiettivi nasce Dad.Net un progetto pensato e realizzato dal Dipartimento
Politiche Antidroga del Governo italiano in collaborazione con l’Unicri, l’Istituto
delle Nazioni Unite per la Ricerca sul Crimine e la Giustizia e rivolto soprattutto
e per la prima volta alle donne di ogni età e fascia sociale. L’idea è quella di creare
in sinergia con tanti esperti internazionali offerte specifiche finalizzate alla prevenzione
dei rischi associati all’uso di alcol e droga e patologie correlate. Alla presentazione
del progetto, presso la sede della Fao a Roma, c’era per noi Cecilia Seppia.
Fumano più
degli uomini, sono più a rischio per quanto riguarda il consumo e la dipendenza da
stupefacenti, di cui subiscono prima dei coetanei maschi gli effetti negativi, ma
soprattutto da sette-otto anni a questa parte le donne in Italia, come nel resto d’Europa
cadono con più facilità nella trappola dell’alcol. A preoccupare soprattutto i dati
che riguardano le giovanissime: il 25% delle adolescenti in Italia tra i 14 e i 19
anni vede nel drink un’abbordabile via di fuga dai problemi quotidiani. A monte secondo
gli esperti una mancanza di solidità fisica e psichica, ma anche l’assenza di modelli
adeguati in famiglia come nella scuola. Giovanni Serpelloni,
Capo del Dipartimento Politiche Antidroga.
R. - Circa il 15-20% delle
persone tossicodipendenti sono di sesso femminile, mentre abbiamo un aumento del numero
di soggetti di giovane età che vengono ad abusare di sostanze stupefacenti. Quello
che ci preoccupa di più è che c’è un incremento anche del dato dell’assunzione alcolica.
Perché ci preoccupa di più nelle femmine? Perché le femmine, per una variante genetica,
hanno un deficit che si chiama “deficit di alcol deidrogenasi”, un enzima che serve
per metabolizzare l’alcol, per cui risentono di danni molto più gravi e molto più
specifici dei maschi: si tratta infatti di danni di tipo prevalentemente neurologico,
ma sono anche danni cardiaci ed epatici.
I rischi di questo cocktail
micidiale di alcol e droga sono soprattutto per la salute fisica. Inoltre, le donne
che fanno uso di sostanze psicoattive hanno un problema in più: quello di diventare
vittime di violenze più efferate come l’abuso sessuale. Un’attenzione particolare
verrà data alle donne tossicodipendenti in gravidanza. Ancora Serpelloni:
R.
– Per quanto riguarda la prevenzione, noi intendiamo fare delle campagne mirate proprio
alle donne, soprattutto ancora prima che entrino in contatto con le sostanze, in modo
da attrezzare le persone di sesso femminile con delle assertività, delle scelte che
possono fare per saper dire di no, per saper resistere a vere e proprie aggressioni
sessuali, perché determinate sostanze indeboliscono la volontà delle persone: stiamo
parlando della cosiddetta “droga dello stupro”. Per quanto riguarda l’assistenza,
dovremo sicuramente riorientare i servizi, soprattutto perché molte donne tossicodipendenti
sono anche mamme e quindi si pone il problema della tutela dei bambini.
Un
progetto tutto italiano, che propone formule e azioni differenziate in base al target,
che avrà il compito di elaborare linee guida da adottare poi a livello europeo. Sentiamo
Elisabetta Simeoni, responsabile del progetto Dad.Net:
R.
– E’ un progetto fatto da donne per le donne, per poter sviluppare servizi specifici
e un’assistenza specifica per le donne, non solo per quelle che hanno già il problema
della tossicodipendenza, ma anche per le ragazzine particolarmente vulnerabili. Il
nostro obiettivo è proprio dare linee di indirizzo operative per gli educatori, per
gli insegnanti e per gli operatori sanitari, per tentare di arginare questo fenomeno.
(ma)