Mons. Pennisi: mai contrapporre scuola statale e non statale
Continua il dibattito in Italia dopo le dichiarazioni del presidente del Consiglio
Berlusconi su scuola statale e non statale. Associazioni e gruppi studenteschi stanno
promuovendo manifestazioni e sit-in a favore della scuola pubblica. Sulla questione
è intervenuto anche il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale,
ribadendo la sua fiducia nell’intero sistema scolastico italiano. Ascoltiamo in proposito
il vescovo di Piazza Armerina, mons. Michele Pennisi, membro della Cei per
l'educazione cattolica, la scuola e l'università, al microfono di Luca Collodi:
R. – Noi
vescovi siamo interessati affinché ci sia una buona educazione, che non sia soltanto
ridotta all’informazione, ma che educhi ai grandi valori. E questa educazione può
essere data sia nella scuola statale come nella scuola paritaria. Dal punto di vista
terminologico, io parlerei di scuola pubblica che può essere sia statale che paritaria,
perché la scuola paritaria svolge una funzione pubblica di educazione.
D.
– Mons. Pennisi, in sostanza, viste anche le ultime polemiche, bisogna superare una
contrapposizione tra scuola pubblica e scuola non statale...
R. – Certamente,
bisogna superarla. La scuola cattolica sta bene se la scuola statale sta bene. Screditare
la scuola di Stato non è certo un favore fatto alla scuola cattolica, il cui servizio
vuole essere un arricchimento dell’offerta formativa, in collaborazione e non in concorrenza
con la scuola statale.
D. – C’è spazio oggi in Italia per far nascere
una nuova passione educativa tra tutti i soggetti chiamati a questo importante compito?
R.
– Lo spazio c’è, perché tutti sentiamo l’emergenza educativa: il Santo Padre lo ha
denunciato più volte. E’ importante che tutti ci mettiamo insieme, in rete, in una
alleanza educativa che ci permetta di superare queste emergenze. Non si tratta di
mettersi in contrapposizione e in concorrenza, ma di collaborare tutti per il bene
dei nostri giovani, che sono poi il bene e il futuro del nostro Paese, della società
e della Chiesa.
D. – La situazione economica come sta condizionando
la scuola?
R. – Diciamo che la situazione economica, purtroppo, sta
condizionando negativamente la scuola e questo in generale: sia che si parli di scuola
statale, sia che si parli di scuola non statale. Dobbiamo tener presente che spesso
si tende a dire che ciò che viene dato alla scuola non statale, viene tolto alla scuola
statale. Se noi guardiamo le cifre, ci accorgiamo che alla scuola statale vengono
dati ogni anno 57 miliardi e 571 milioni, mentre alle scuole paritarie vengono dati
530 milioni: cioè le briciole. Quest’anno – per il 2011 – è previsto un ulteriore
taglio di 253 milioni. Noi vogliamo che lo Stato investa di più, anche dal punto di
vista economico, in tutta la scuola - sia nella scuola statale così come nella scuola
paritaria – per garantire effettivamente una vera libertà di educazione. (mg)