2011-03-02 20:14:39

Il futuro della Libia e' "nelle mani del popolo": così Gheddafi in un discorso alla tv


La Libia. Gheddafi torna in tv per il 34esimo anniversario della nascita dei comitati popolari. “Il futuro della Libia è nelle mani del popolo. - ha detto – In caso di attacco Usa o Nato ci saranno migliaia di morti”. Il segretario di Stato Usa Clinton invoca prudenza prima di decidere un intervento internazionale, mentre secondo il presidente della Commissione Europea Barroso “è tempo che Gheddafi se ne vada”. Intanto sul terreno ancora scontri con bombardamenti e blindati contro gli insorti di Brega. Paolo Ondarza RealAudioMP3 .

Nel frattempo non si ferma l'emergenza umanitaria. Grave preoccupazione per i profughi del Nord africa l’ha espressa oggi il Papa ricevendo in udienza privata il direttore esecutivo del Programma Alimentare Mondiale dell’Onu Josette Sheeran. Solo verso l’Italia, tra Lampedusa e Linosa, dalla notte scorsa sono giunte oltre 500 persone su imbarcazioni di fortuna e c’è alto rischio di nuove ondate e infiltrazioni terroristiche secondo il Ministro dell’interno Maroni.

L'Onu e l’UE parlano di una folla immensa che continua ad accalcarsi ai confini libici con la Tunisia e con l’Egitto per un totale di oltre 140mila rifugiati. Attivati diversi programmi di protezione civile e di intervento aereo e navale per il soccorso e lo spostamento dei migranti. Ma sentiamo su questa situazione la testimonianza di Barbara Schiavulli che si trova proprio al confine con la Tunisia RealAudioMP3

E sta seguendo da vicino la situazione dei profughi anche la Caritas italiana. Sentiamo, al microfono di Luca Collodi, il responsabile dell’ufficio Immigrazione dell’organismo caritativo della Chiesa, Oliviero Forti:RealAudioMP3

R. – Si tratta di migliaia di persone, ormai si parla di oltre 100 mila persone che sono ammassate ai confini libici, quindi al confine tunisino e al confine egiziano, cercando di trovare salvezza da una situazione che chiaramente sta sempre più degenerando. Poi, peraltro, stanotte sono ripresi gli sbarchi verso Lampedusa e anche verso Linosa. C’è una situazione in quest’area veramente calda che dev’essere seguita con molta attenzione, soprattutto, per quanto ci riguarda, in termini di accoglienza e tutela di queste persone.

D. – Dalle vostre fonti Caritas in Libia la situazione qual è? Che idea vi siete fatti?

R. – In Libia abbiamo in particolare una situazione fortemente drammatica che riguarda la presenza, che sappiamo essere storica, di rifugiati dal Corno d’Africa, e mi riferisco agli eritrei, che attualmente in numero di qualche migliaia erano ospiti addirittura della cattedrale di Tripoli: il vescovo l’ha aperta per cercare di dare un minimo di risposte a chi cerca di fuggire da un contesto sociale assolutamente degradato e che vede nei migranti, soprattutto dell’Africa subsahariana, il primo bersaglio delle milizie non solo di Tripoli ma anche, purtroppo, in alcuni casi, dei rivoltosi. La nostra preoccupazione e il nostro invito è che si proceda subito a una evacuazione umanitaria di questi soggetti che sono tra i più vulnerabili. Sappiamo che il governo italiano si è fatto carico di un numero, però, molto limitato, una cinquantina di persone; ne rimangono migliaia ancora sprovviste di qualsiasi tutela, quindi un’azione internazionale in tal senso è auspicabile.

D. – Voi vi siete appellati anche alle diocesi italiane per questa emergenza…

R. - Chiaramente loro saranno chiamate in una seconda fase, quella successiva agli arrivi in Italia, affinché possano dare risposte in termini di alloggio, vitto e tutto ciò che è necessario per una corretta accoglienza e integrazione sul territorio. Per questo stiamo censendo le strutture presenti nelle varie diocesi italiane, 220 diocesi, per capire di quanti posti possiamo disporre e possiamo mettere a disposizione delle autorità con le quali siamo costantemente in contatto per un piano di emergenza che coinvolge chiaramente tutti e che ci deve vedere lavorare in piena sinergia. (bf)







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