2011-03-01 14:48:14

Indonesia. Leader cristiani della Papua: calpestati i diritti umani degli indigeni


Un “kairos”, un “momento di verità”, per una riflessione sul progressivo deteriorarsi del rispetto dei diritti umani nella Papua indonesiana: è quanto propongono alcuni leader cristiani indonesiani, mentre nella tormentata regione nei prossimi mesi si eleggerà il nuovo governatore. Gli osservatori notano meccanismi poco democratici e poco trasparenti nel processo elettorale (di fatto il governo centrale controlla la nomina), che hanno generato contestazioni anche a livello legale. In un accorato intervento inviato all’agenzia Fides, i leader cristiani delle Chiese protestanti, evangelica e battista in Papua notano “il fallimento del governo nel promuovere lo sviluppo delle comunità indigene”, nonostante la legge che disegnava una “Speciale autonomia per la Papua”. “Come leader delle Chiese, siamo profondamente preoccupati per la condizione della nostra popolazione, specialmente degli indigeni, proprietari delle terre: il loro destino è stato relegato all’incertezza, per le politiche di sviluppo promosse dal governo indonesiano”. L’applicazione della Speciale Autonomia è stata, secondo i leader “inconsistente e sconclusionata”, ed è segno di insincerità del governo, che ha condotto gli abitanti della Papua a parlare di “completo fallimento”. La stessa Assemblea parlamentare è considerata “un insulto al popolo, creato a immagine di Dio”, mentre la posizione del governo di fatto “annichilisce i diritti e l’esistenza stessa degli indigeni nella loro madrepatria”. I leader cristiani vedono in questo momento “un’occasione propizia” per esprimersi: in primo luogo notano il ripetersi delle antiche dinamiche e i vecchi problemi di democrazia e legalità. I leader ricordano, inoltre, la storia di sofferenza delle popolazioni locali, che alcuni osservatori hanno definito “un genocidio”, rimarcando la volontà del governo di Giacarta di mortificare del tutto – con programmi di immigrazione interna – la vita, i diritti, lo sviluppo e la promozione sociale delle comunità indigene. I papuani sono considerati “cittadini di seconda classe” e sono di fatto emarginati e discriminati. I leader si dicono pronti ad accompagnare la sofferenza del popolo, in una prospettiva biblica e teologica: “Il Signore ci manda a stare a fianco del popolo, nella sua buia storia di sofferenza e oppressione”. Fare questo, notano, è parte integrante della missione di annunciare la “Buona Novella” del Vangelo di Cristo. Per questo i cristiani chiedono al governo di Giacarta di fermare il processo elettorale, che non è trasparente, e di chiarire i nodi esistenti, aprendo un dialogo autentico con le comunità indigene, assicurando il rispetto dei loro diritti fondamentali. La Papua, ex colonia olandese, all'inizio degli anni '60 è stata annessa dall’Indonesia, senza il consenso della popolazione locale. Da allora non si sono mai spente le proteste e i fermenti indipendentisti. (R.P.)







All the contents on this site are copyrighted ©.