Cile: l’invito dell’arcivescovo di Santiago a ricostruire il Paese dopo il sisma di
un anno fa
Ricostruire il Cile, non solo materialmente, ma soprattutto spiritualmente: questo,
in sintesi, l’invito lanciato da mons. Ricardo Ezzati Andrello, arcivescovo di Santiago
del Cile, nella Messa celebrata ieri nella capitale per ricordare le vittime del terribile
terremoto di un anno fa. Il 27 febbraio 2010 un violento sisma devastò il Paese: più
di 700 i morti, dei quali solo la metà identificati, decine i dispersi, mezzo milione
gli edifici danneggiati. Una catastrofe che non accenna a placarsi: in questi giorni,
infatti, la terra ha ripreso a tremare sia lungo la costa orientale cilena che al
centro del Paese. Nella sua omelia, mons. Ezzati ha ricordato l’importanza di “aprire
i cuori alla speranza”, una speranza “che scaturisce dalla fede nella Parola di Dio”,
poiché il Signore è sempre accanto all’uomo, “non solo nei fenomeni naturali, ma anche
e soprattutto in quei terremoti interiori che spesso ci scuotono come persone”. Di
qui, la riflessione del presule sulla necessità di ristrutturare il Cile: “Se veramente
vogliamo ricostruire il Paese – ha detto – non dobbiamo pensare soltanto alla ricostruzione
materiale, ma dobbiamo ancor di più dare consistenza a quest’opera, rilanciando la
persona e la società”. Infatti, ha ribadito mons. Ezzati, “il tempio più sacro che
Dio ha costruito è la persona umana. E di essa dobbiamo preoccuparci in primo luogo”,
perché “solamente con la solidarietà e con l’amore, possiamo costruire una popolazione
in cui ogni persona trova la dignità che Dio le ha donato, poiché la gloria del Signore
è la vita degli uomini, in modo che essi vivano nella dignità di figli di Dio”. In
questo contesto, l’arcivescovo di Santiago ha invitato i fedeli ad offrire, nella
propria vita, una testimonianza cristiana, senza preoccuparsi di quell’apparenza tanto
esaltata dalla cultura contemporanea. “Bisogna chiedersi – ha detto mons. Ezzati –
cosa dà alla vita il suo giusto valore: è l’aspetto esteriore o sono la santità e
la giustizia del nostro modo di agire?”. Mai, quindi, sopravvalutare le cose materiali,
ha ribadito il presule, perché non bisogna mai “trasformare in Dio ciò che non è Dio”.
Infine, mons. Ezzati Andrello ha esortato i fedeli a contribuire alla colletta speciale
raccolta durante la Messa e il cui ricavato sarà devoluto ai giovani più colpiti dal
sisma del 2010, per aiutarli negli studi. (A cura di Isabella Piro)