Un viaggio attraverso l’Italia e l’Europa per sensibilizzare sul problema della criminalità
organizzata. E’ la Carovana antimafia che partirà domani da Roma e che per 96 giorni
toccherà tutte le regioni italiane, oltre a Francia, Svizzera, Albania, Bosnia, Bulgaria
e Serbia. L’iniziativa è stata presentata stamattina a Roma. Alessandro Guarasci:
Oltre 120
tappe e quasi 17500 chilometri percorsi da due furgoni in nome della legalità. Era
il 1994 quando nasceva la Carovana antimafia, e ora gli organizzatori, Arci, Libera
e Pubblico Avviso, portano questa iniziativa anche all’estero, perché le mafie si
stanno sempre più internazionalizzando. Ad ogni tappa, un pezzo di stoffa con il nome
della città protagonista sarà aggiunto alla bandiera della legalità democratica, simbolo
della Carovana. Questa è un’edizione speciale per il Procuratore nazionale antimafia
Piero Grasso:
“Quest’anno ha una caratteristica particolare,
quella dell’Unità d’Italia che unisce un po’ tutta una serie di manifestazioni in
quest’ottica. A parte il respiro internazionale, perché si va anche in altre parti
d’Europa, penso che ci sia bisogno di questi momenti per cogliere l’occasione per
avere contatti con i giovani e per cercare di far prendere coscienza della situazione
e dell’impegno che è necessario”.
Il 21 marzo poi ci sarà una mobilitazione
in tutte le città italiane, perché tutta la nazione sia unita nel contrasto alle mafie.
Per il presidente di Libera, don Luigi Ciotti, va fatta principalmente un’azione culturale.
Ma poi servono anche leggi più efficaci:
“L’Italia è dal 1999 che non
traduce nel codice penale i reati contro la corruzione. E’ la Convenzione di Strasburgo
che ci chiede, a livello europeo, di farlo; ed è per questo che Libera sta raccogliendo
un milione e mezzo di firme per chiedere che si applichino queste convenzioni”.
Per
don Luigi Ciotti, positivo è il lavoro che sta facendo l’agenzia per i beni confiscati.
Almeno il 45% delle proprietà tolte alla mafia non può però essere utilizzato perché
gravato da ipoteche.