Le proteste antigovernative nel mondo arabo arrivano in Oman. Nuovi scontri in Tunisia
Il clima continua ad essere teso in diversi Paesi arabi nel nord Africa e in medio
Oriente. Nuovi scontri tra manifestanti e forze di sicurezza si sono registrati nella
notte in Tunisia: tre morti nella capitale, decine i feriti, 100 le persone arrestate.
Vittime anche in Oman, dove la polizia ha aperto il fuoco contro i dimostranti a Sohar.
Intanto l’Egitto torna in piazza Tahrir contro il governo del generale Shafiq e il
re del Bahrein avvia un rimpasto dell’esecutivo. Cecilia Seppia:
Ennesimo
colpo di coda delle proteste antigovernative che dilagano e infiammano il mondo arabo.
A farne le spese oggi è l’Oman. Qui nella città industriale di Sohar la gente è scesa
in strada per chiedere riforme politiche e la polizia ha subito risposto con gas lacrimogeni,
poi non ha esitato a sparare sulla folla: 2 i morti, decine i feriti. L’esercito ha
immediatamente isolato la zona, ma le proteste sono in corso anche nella città meridionale
di Salalah, dove i dimostranti sono accampati da venerdì scorso presso l’ufficio di
un governatore provinciale. Notte di fuoco anche in Tunisia: secondo il ministero
dell’Interno ci sarebbero state 3 vittime negli scontri tra polizia e manifestanti
nella capitale, mentre per esponenti dell’opposizione il bilancio potrebbe essere
più grave. 100 invece le persone finite in manette, tutti oppositori del governo ad
interim del premier Ghannouci. Ieri nello Yemen erano 7 le vittime di una manifestazione
finita nel sangue, da qui oggi un esponente di una cellula di al-Qaeda in un messaggio
audio ha incitato tutti gli arabi ad unirsi per abbattere i loro governanti ed instaurare
la sharia, poi la minaccia di nuovi efferate violenze nella patria dell’ex presidente
Ben Alì. Intanto l’Egitto torna in piazza Tahrir, luogo simbolo della rivolta: poche
centinaia di persone continuano a chiedere le dimissioni del governo diretto dal generale
Ahmed Shafiq e l'abolizione della legge di emergenza.
Elezioni politiche
in Irlanda: spoglio conferma exit poll, vince Fine Gael Vittoria in Irlanda
per il Fine Gael, il partito centrista di opposizione che ha conquistato il 36,1%
dei voti nelle elezioni di venerdì, vincendo nettamente la consultazione per il rinnovo
del Parlamento. Dopo lo spoglio dell'80% delle schede, il partito del premier Brian
Cowen, il Fianna Fail è crollato al terzo posto con il 17,5 %, preceduto anche dai
laburisti che hanno ottenuto il 19,4%. Il servizio di Enzo Farinella:
Con 35
seggi ancora da assegnare su un totale di 166 rappresentanti nel Parlamento irlandese,
il quadro della nuova scena politica, dopo le consultazioni elettorali, svoltesi venerdì,
appare abbastanza chiaro. Il Fine Gael di Enda Kenny, alleato del partito popolare
europeo, si impone alla guida del Paese, con il maggior numero di deputati, circa
75. Quasi certamente governerà in coalizione con i laburisti, al secondo posto dello
schieramento politico. Pesante la sconfitta del partito Fianna Fail, alla guida dell’Irlanda
negli ultimi 13 anni e dominatore della scena politica fin dagli anni ’30. Adesso,
il partito fondato da Eamon de Valera siederà sugli scanni dell’opposizione, decimato,
con circa 20 deputati. Ne aveva 78 nel 2007. Accanto a loro figureranno i nazionalisti
di Gerry Adams, che hanno quasi triplicato la loro presenza in Parlamento. Lo stesso
Adams, che si presentava per la prima volta alle consultazioni nazionali, è tra i
14 deputati già eletti del partito Sinn Fein. Sono scomparsi del tutto i Verdi, mentre
gli Indipendenti hanno fatto registrare un’ottima percentuale con 16 deputati già
eletti e altri in attesa. Il complicato sistema elettorale irlandese, con convalida
individuale dei voti, eliminazione dei candidati che hanno ottenuto il minor numero
di preferenze e la conseguente distribuzione delle medesime agli altri candidati,
rallenta il processo di proclamazione dei vincitori, ma nello stesso tempo rende lo
stesso sistema quanto mai avvincente. Comunque il nuovo Taoiseach o primo ministro
della Repubblica d’Irlanda sarà Enda Kenny, leader del partito Fine Gael, le cui priorità
sono, come lui stesso ha affermato: ricostruire l’Irlanda e la sua reputazione e riconquistare
la posizione di prestigio di cui quest’isola ha sempre goduto all’interno dell’UE
e del mondo intero, con un governo forte e stabile. Il nuovo Parlamento si riunirà
il 9 marzo.
Nuova Zelanda: 147 morti ad una settimana dal sisma Continua
a salire il bilancio delle vittime del terremoto che martedì scorso ha colpito la
città di Christchurch in Nuova Zelanda: 147 i morti e più di 50 le persone che mancano
ancora all’appello. Lo ha detto il capo distrettuale della polizia Dave Cliff che
precedentemente aveva parlato di 200 dispersi, assicurando che le squadre di soccorso
sono ancora a lavoro. Il primo ministro John Key ha dichiarato che il disastro provocato
dal sisma è il più tragico nella storia del Paese: i danni sono stati così devastanti
che un terzo degli edifici della città, dovranno essere rasi al suolo e ricostruiti
totalmente.
Afghanistan Dieci persone sono rimaste uccise a causa
dell’esplosione di due bombe nel distretto di Arghandab, nella provincia meridionale
afghana di Kandahar. Lo riferiscono fonti governative spiegando che i due ordigni,
comandati a distanza, sono esplosi in successione in un’area dove stava avendo luogo
un combattimento illegale di cani.
Corea del Nord minaccia il Sud di rispondere
con il fuoco alla propaganda La Corea del Nord ha minacciato di colpire con
il fuoco i militari sudcoreani se non sarà fermato l'invio di volantini di propaganda
nel suo territorio. Lo riferisce la Kcna, agenzia ufficiale di Pyongyang. La minaccia
arriva alla vigilia delle manovre militari congiunte Usa-SudCorea. I militari del
Sud, hanno spedito dall’inizio del mese 10 mila articoli di prima necessità, usando
cestini con viveri insieme ad informazioni sulle rivolte pro-democrazia in corso in
Nord Africa.
Medio Oriente Ancora lanci di razzi dalla Striscia di
Gaza. Questa mattina nel settore di Eshkol, nel sud di Israele, un altro missile è
stato sparato senza causare vittime ne’ danni. Lo ha confermato un portavoce militare.
Ieri l’aviazione israeliana aveva effettuato una serie di raid contro il territorio
della Striscia in risposta a lanci di razzi provenienti da Gaza, con un bilancio di
quattro feriti.
Francia E’ atteso per oggi l’annuncio delle dimissioni
del ministro degli Esteri francese, Michelle Alliot-Marie, al centro delle polemiche
a causa della sua vacanza natalizia a spese dell'entourage dell'ex presidente tunisino
Ben Ali. La Alliot-Marie, che si trova in missione all'estero, ha però rifiutato di
confermare la notizia. Questa sera il presidente Sarkozy, parlerà alla nazione.
La
Cina rivede al ribasso il Pil La Cina ha fissato al 7% la crescita economica
fino al 2015. Lo ha detto stamattina il primo ministro Wen Jiabao, abbassando le stime
precedenti, fissate al 7,5%. Il premier cinese ha anche parlato a sfavore del rafforzamento
dello yuan per i suoi risvolti negativi sull'economia cinese.
Italia: rabbia
e dolore per la morte di Yara, scomparsa da 3 mesi In prima pagina su tutti
i giornali italiani, il ritrovamento del corpo di Yara Gambirasio, la tredicenne scomparsa
tre mesi fa nel bergamasco. Il cadavere è stato rinvenuto ieri pomeriggio in un campo
a Ponte San Pietro, ad una decina di chilometri da Brembate e il riconoscimento è
stato possibile grazie ai vestiti che la ragazza indossava al momento della scomparsa
e all’apparecchio ortodontico. Domani, sarà effettuata l'autopsia sui resti della
ragazzina. Da chiarire innanzitutto quando il corpo sia stato portato nel campo: il
sindaco della città ha confermato che l’area era stata battuta almeno due volte durante
le ricerche. Dolore e commozione oggi alla Messa celebrata dal parroco di Brembate
don Corinno. “Ora sappiamo cos’è un orco e siamo preoccupati perchè l’orco è tra noi”
ha detto il sacerdote, esortando le autorità a far luce sulla vicenda. (Panoramica
internazionale a cura di Cecilia Seppia)
Bollettino del Radiogiornale
della Radio Vaticana Anno LV no. 58