Crisi libica al Consiglio per i Diritti Umani. Mons. Tomasi: porre fine alle violenze
contro i civili
Riunione urgente stamani a Ginevra per il Consiglio dei Diritti Umani dell'Onu per
valutare le misure da prendere in relazione alle violazioni che si satanno verificando
in Libia in Libia. Era presente mons. Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente
della Santa Sede presso l’Ufficio Onu della città elvetica. Helene Destombes lo
ha intervistato:
R. – Il Consiglio
dei Diritti Umani si è trovato molto concorde nel prendere la decisione di organizzare
una sessione speciale per trattare la crisi libica. Oggi si è svolta questa sessione;
hanno preso la parola l’Alto Commissario dei Diritti Umani, il rappresentante degli
esperti indipendenti sui vari settori dei diritti umani. C’è stata, anche da parte
degli Stati che hanno parlato finora – e la sessione è ancora in corso – una condanna
totale dell’uso della violenza da parte delle autorità contro i civili, l’uso dei
militari, di bombe, di mercenari. Tutto questo è chiaramente una violazione dei diritti
più elementari, tra cui il diritto di riunirsi e di libertà d’espressione. E’ la volontà
popolare che cerca una partecipazione diversa nella gestione dello Stato. Sono state
fatte delle raccomandazioni importanti: la prima è che l’Assemblea generale delle
Nazioni Unite – che ha l’autorità di farlo – sospenda dal Consiglio dei Diritti Umani
la Libia - che è un membro di questo Consiglio - perché le autorità libiche si sono
comportate in maniera del tutto contraria ai principi del Consiglio dei Diritti Umani.
La seconda raccomandazione è creare una missione internazionale di inchiesta, che
vada in Libia ad esaminare come stanno veramente le cose e a vedere come aiutare a
rimediare e bloccare questa enorme violenza contro la popolazione civile.
D.
- Qual è la posizione della Santa Sede ?
R. - La Santa Sede afferma
che bisogna anzitutto porre fine a questa violenza e fare in modo che si ritorni ad
un dialogo per vedere se si può trovare una soluzione. Queste manifestazioni esprimono
la volontà popolare di una partecipazione attiva e democratica nella gestione del
Paese. La Santa Sede esprime sgomento e dolore per le tantissime vittime causate da
questa crisi libica. Si cerca inoltre di capire come queste decisioni della Comunità
internazionale possano avere efficacia per il beneficio dei cittadini della Libia
ed anche per prevenire questi esodi massicci, che potrebbero essere inevitabili se
non si trova una soluzione serena e concordata per questa crisi. (vv)