2011-02-24 14:50:20

Non si fermano le manifestazioni nel mondo arabo: prime aperture dei governi


Proseguono le proteste in diversi Paesi mondo arabo, dove la società civile chiede riforme e democrazia mentre si registrano le prime aperture dei governi. Oggi, nello Yemen è salito a 16 morti il bilancio dell'ondata di manifestazioni antiregime, in atto dal 12 febbraio. Un uomo è rimasto ucciso e due feriti per l’esplosione di una bomba al passaggio di una marcia di proteste contro il governo nella provincia di Abyan, nel sud del Paese. L'attentato arriva nel giorno in cui il presidente, Saleh, ha ordinato alle forze di sicurezza maggiore attenzione per evitare spargimenti di sangue negli scontri tra i manifestanti pro ed anti-regime.

Algeria, governo vieta marcia di protesta
Le autorità algerine hanno ancora una volta detto no alla marcia di protesta annunciata per sabato prossimo ad Algeri dal Collettivo per la democrazia e il cambiamento (Cndc). Parlando al canale francese France 24, il ministro dell'Interno e quello degli Esteri hanno ribadito che tutte le manifestazioni ad Algeri sono vietate, nonostante la revoca imminente dello Stato d'emergenza chiesta dagli studenti scesi in piazza nei giorni scorsi in diverse città del Paese.

Egitto, domani in piazza i Fratelli musulmani
Domani, in Egitto, tornerà in Piazza il movimento dei Fratelli musulmani. L'obiettivo della marcia è quello di chiedere un nuovo governo e un'epurazione degli esponenti del passato regime. Ieri, il movimento islamico ha disertato la riunione del governo di transizione in segno di protesta. Per un’analisi sul processo di transizione egiziano, a due settimane dalla caduta del presidente Mubarak, Fracensca Sabatinelli ha raccolto la testimonianza Muhammad Rifaa al Tahtawi, portavoce dell’Università di al Azhar:RealAudioMP3

R. – (Parole in arabo)
Non me lo aspettavo: fino al quarto giorno non riuscivo a credere che questa fosse una cosa reale. Quando sono sceso in piazza e mi sono unito ai manifestanti, solo allora ho notato due cose. La prima: c’erano tutti i ceti sociali, tutti, e per la prima volta in Egitto la riforma politica aveva la priorità sulla riforma economica. La seconda cosa che mi ha colpito è stata la grande consapevolezza politica dei giovani.

D. – Secondo lei, però, qual è lo scenario che si profila dal punto di vista politico?

R. – (Parole in arabo)
In Egitto ci siamo liberati dalla “testa” del regime, ma – a mio avviso – il sistema e il regime ancora ci sono. La prossima fase, secondo me, sarà una fase di lotta, di conflitto: un conflitto tra la pressione pubblica della gente, la pressione sociale, e l’istituzione militare. Un conflitto che tuttora è in corso, ma che è un tipo di conflitto molto pacifico, non caratterizzato da scontri. Ma se, in un prossimo futuro, le intenzioni verso una società effettivamente democratica non si concretizzeranno, allora questo conflitto potrebbe rischiare di diventare più intenso. (mg)

Iran, arresti e pressioni contro membri dell’opposizione
In Iran, ci sarebbe la terza vittima, un giovane manifestante antigovernativo, nelle proteste esplose a Teheran il 14 febbraio. Lo scrivono i siti dell'opposizione all'estero, secondo i quali la famiglia della vittima avrebbe subito forti pressioni perché non rilasciasse interviste. Non ci sono al momento conferme ufficiali della morte giovane, ma secondo il Ministero dell'intelligence altri due dimostranti sarebbero stati uccisi dall'organizzazione politica clandestina dei "Mujahedin del popolo" con il solo obiettivo di infangare la reputazione della Repubblica islamica. Intanto, proseguono le pressioni governative sulle personalità politiche di rilievo del fronte riformista iraniano: ieri è stato arrestato figlio dell'ex ministro dell'Intelligence con l’accusa di aver partecipato all'organizzazione delle dimostrazioni dei giorni scorsi. Sempre ieri, sono stati aggrediti due figli dell'ex presidente iraniano, Ali Akbar Hashemi Rafsanjani. L'ayatollah Ali Akbar Hashemi Rafsanjani e Mohammad Khatami sono sottoposti a forti pressioni al fine di prendere pubblicamente le distanze dai manifestanti e dai due leader riformisti, Mehdi Karroubi e Mir Hossein Mousavi, ormai considerati dei dissidenti che hanno tradito i valori fondanti della Rivoluzione islamica.

Navi iraniane nel Mediterraneo
Resta alta l’attenzione della comunità internazionale sulle due navi da guerra iraniane che hanno incrociato nel Mediterraneo, dopo aver attraversato il Canale di Suez. Le prime imbarcazioni militari iraniane a varcare il canale egiziano dal 1979 attraccheranno nelle prossime 24 ore al porto siriano di Latakia, dove domani pomeriggio si svolgerà una cerimonia militare. Lo ha reso noto oggi l'ammiraglio, Habibollah Sayari, comandante della Marina iraniana. Il governo israeliano aveva nei giorni scorsi definito “una provocazione” l'attraversamento del Canale di Suez verso il Mediterraneo da parte delle navi iraniane, che ora stazionanp in acque internazionali a largo delle coste dello Stato ebraico. Da Israele è stato inoltre comunicato che non si esiterà a rispondere “immediatamente” ad ogni eventuale cambiamento di rotta giudicato “provocatore”.

Pakistan
Almeno cinque agenti di sicurezza pakistani sono morti stamattina in un agguato lanciato dai talebani nel distretto nord occidentale di Khyber, confinante con l'Afghanistan. L'attacco, compiuto con armi pesanti, è avvenuto contro un posto di blocco nell'area di Landi Kotal.

Afghanistan
Anche in Afghanistan non si ferma la violenza. Un attacco suicida nella provincia meridionale di Kandahar ha causato la morte di un agente dell'intelligence e il ferimento di almeno 24 persone. L’attentatore si è fatto esplodere quando le forze di sicurezza afghane hanno tentato di fermarlo, mentre alla guida di un veicolo si dirigeva all'interno del principale mercato del distretto di Spin Boldak, in prossimità del confine con il Pakistan.

Irlanda: domani elezioni politiche anticipate
Domani, la popolazione della repubblica di Irlanda voterà per un nuovo governo. E’ stata la crisi economica e in particolare la crisi delle banche a portare aLLE elezioni anticipate. Brian Cowen, capo del Fianna Fein, ha annunciato la fine del suo governo qualche settimana fa e ha aperto la campagna elettorale dominata dalle questioni economiche. Il servizio da Dublino di Karen Creed:RealAudioMP3

I sondaggi annunciano il sorpasso del partito dei democratici di centro, Fine Gael, sul partito dei repubblicani Fianna Fáil. Sarebbe la prima volta da 1927. Secondo partito diventerebbe il partito laburista. E la prospettiva, sempre secondo i sondaggi, è di un governo di coalizione Fine Gael-Laburisti. Per il Partito Verde, che era nella coalizione con il Fianna Fáil durante quest'ultimo governo, si aspetta un calo per la delusione di promesse insoddisfatte. Per lo Sinn Fein, invece, dovrebbe esserci un aumento di voti. Dopo l'elezione, i membri del nuovo governo si incontreranno il 9 marzo per nominare il nuovo Taoiseach, cioè IL primo ministro. Per gli elettori in Irlanda, il problema più grande è rappresentato dalla crisi economica e dal debito con l’Unione Europea e il Fondo monetario internazionale (Fmi). In molti chiedono un governo onesto in grado di creare posti di lavoro contro la crescente disoccupazione. C’è preoccupazione per il futuro del Paese, ma c’è la soddisfazione per l’opportunità di votare un nuovo governo. I partiti principali sono d'accordo che il recupero economico dovrebbe essere la priorità sopra gli altri obbiettivi. Alle ultime elezioni ha votato il 58% della popolazione e per questa elezione ci si aspetta una percentuale maggiore.

Wikileaks
Il Tribunale di Londra ha concesso l'estradizione in Svezia del fondatore di Wikileaks, Julian Assange. Il giudice britannico, Howard Riddel, ha accolto la richiesta della magistratura svedese che vuole sentire il fondatore di Wikileaks per accuse di stupro. Gli avvocati di Assange hanno già presentato appello contro il verdetto di estradizione. Senza il ricorso alla High Court, Assange sarebbe estradato in Svezia entro dieci giorni.

Costa d’Avorio
Torna la violenza in Costa d’Avorio. Da oltre 24 ore, infatti, è in corso una battaglia ad Abobo, quartiere popolare alla periferia settentrionale di Abidjan e roccaforte di Alassane Ouattara, unico candidato internazionalmente riconosciuto quale legittimo vincitore del ballottaggio presidenziale del 28 novembre scorso.

Italia, fiducia sul decreto milleproroghe
Il governo italiano ha posto la fiducia sul maxiemendamento interamente sostitutivo del decreto milleproroghe, che aveva ricevuto rilievi da parte del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, e che è all'esame della Camera. Il voto si terrà domani mattina. Dopo la fiducia alla Camera, il testo tornerà al Senato per un’approvazione sul filo di lana attesa per sabato mattina. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 55







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