Non si fermano le manifestazioni nel mondo arabo: prime aperture dei governi
Proseguono le proteste in diversi Paesi mondo arabo, dove la società civile chiede
riforme e democrazia mentre si registrano le prime aperture dei governi. Oggi, nello
Yemen è salito a 16 morti il bilancio dell'ondata di manifestazioni antiregime, in
atto dal 12 febbraio. Un uomo è rimasto ucciso e due feriti per l’esplosione di una
bomba al passaggio di una marcia di proteste contro il governo nella provincia di
Abyan, nel sud del Paese. L'attentato arriva nel giorno in cui il presidente, Saleh,
ha ordinato alle forze di sicurezza maggiore attenzione per evitare spargimenti di
sangue negli scontri tra i manifestanti pro ed anti-regime.
Algeria, governo
vieta marcia di protesta Le autorità algerine hanno ancora una volta detto
no alla marcia di protesta annunciata per sabato prossimo ad Algeri dal Collettivo
per la democrazia e il cambiamento (Cndc). Parlando al canale francese France 24,
il ministro dell'Interno e quello degli Esteri hanno ribadito che tutte le manifestazioni
ad Algeri sono vietate, nonostante la revoca imminente dello Stato d'emergenza chiesta
dagli studenti scesi in piazza nei giorni scorsi in diverse città del Paese.
Egitto,
domani in piazza i Fratelli musulmani Domani, in Egitto, tornerà in Piazza
il movimento dei Fratelli musulmani. L'obiettivo della marcia è quello di chiedere
un nuovo governo e un'epurazione degli esponenti del passato regime. Ieri, il movimento
islamico ha disertato la riunione del governo di transizione in segno di protesta.
Per un’analisi sul processo di transizione egiziano, a due settimane dalla caduta
del presidente Mubarak, Fracensca Sabatinelli ha raccolto la testimonianza
Muhammad Rifaa al Tahtawi, portavoce dell’Università di al Azhar:
R. – (Parole
in arabo) Non me lo aspettavo: fino al quarto giorno non riuscivo a credere
che questa fosse una cosa reale. Quando sono sceso in piazza e mi sono unito ai manifestanti,
solo allora ho notato due cose. La prima: c’erano tutti i ceti sociali, tutti, e per
la prima volta in Egitto la riforma politica aveva la priorità sulla riforma economica.
La seconda cosa che mi ha colpito è stata la grande consapevolezza politica dei giovani.
D.
– Secondo lei, però, qual è lo scenario che si profila dal punto di vista politico?
R.
– (Parole in arabo) In Egitto ci siamo liberati dalla “testa” del regime,
ma – a mio avviso – il sistema e il regime ancora ci sono. La prossima fase, secondo
me, sarà una fase di lotta, di conflitto: un conflitto tra la pressione pubblica della
gente, la pressione sociale, e l’istituzione militare. Un conflitto che tuttora è
in corso, ma che è un tipo di conflitto molto pacifico, non caratterizzato da scontri.
Ma se, in un prossimo futuro, le intenzioni verso una società effettivamente democratica
non si concretizzeranno, allora questo conflitto potrebbe rischiare di diventare più
intenso. (mg)
Iran, arresti e pressioni contro membri dell’opposizione In
Iran, ci sarebbe la terza vittima, un giovane manifestante antigovernativo, nelle
proteste esplose a Teheran il 14 febbraio. Lo scrivono i siti dell'opposizione all'estero,
secondo i quali la famiglia della vittima avrebbe subito forti pressioni perché non
rilasciasse interviste. Non ci sono al momento conferme ufficiali della morte giovane,
ma secondo il Ministero dell'intelligence altri due dimostranti sarebbero stati uccisi
dall'organizzazione politica clandestina dei "Mujahedin del popolo" con il solo obiettivo
di infangare la reputazione della Repubblica islamica. Intanto, proseguono le pressioni
governative sulle personalità politiche di rilievo del fronte riformista iraniano:
ieri è stato arrestato figlio dell'ex ministro dell'Intelligence con l’accusa di aver
partecipato all'organizzazione delle dimostrazioni dei giorni scorsi. Sempre ieri,
sono stati aggrediti due figli dell'ex presidente iraniano, Ali Akbar Hashemi Rafsanjani.
L'ayatollah Ali Akbar Hashemi Rafsanjani e Mohammad Khatami sono sottoposti a forti
pressioni al fine di prendere pubblicamente le distanze dai manifestanti e dai due
leader riformisti, Mehdi Karroubi e Mir Hossein Mousavi, ormai considerati dei dissidenti
che hanno tradito i valori fondanti della Rivoluzione islamica.
Navi iraniane
nel Mediterraneo Resta alta l’attenzione della comunità internazionale sulle
due navi da guerra iraniane che hanno incrociato nel Mediterraneo, dopo aver attraversato
il Canale di Suez. Le prime imbarcazioni militari iraniane a varcare il canale egiziano
dal 1979 attraccheranno nelle prossime 24 ore al porto siriano di Latakia, dove domani
pomeriggio si svolgerà una cerimonia militare. Lo ha reso noto oggi l'ammiraglio,
Habibollah Sayari, comandante della Marina iraniana. Il governo israeliano aveva nei
giorni scorsi definito “una provocazione” l'attraversamento del Canale di Suez verso
il Mediterraneo da parte delle navi iraniane, che ora stazionanp in acque internazionali
a largo delle coste dello Stato ebraico. Da Israele è stato inoltre comunicato che
non si esiterà a rispondere “immediatamente” ad ogni eventuale cambiamento di rotta
giudicato “provocatore”.
Pakistan Almeno cinque agenti di sicurezza
pakistani sono morti stamattina in un agguato lanciato dai talebani nel distretto
nord occidentale di Khyber, confinante con l'Afghanistan. L'attacco, compiuto con
armi pesanti, è avvenuto contro un posto di blocco nell'area di Landi Kotal.
Afghanistan
Anche in Afghanistan non si ferma la violenza. Un attacco suicida nella provincia
meridionale di Kandahar ha causato la morte di un agente dell'intelligence
e il ferimento di almeno 24 persone. L’attentatore si è fatto esplodere quando le
forze di sicurezza afghane hanno tentato di fermarlo, mentre alla guida di un veicolo
si dirigeva all'interno del principale mercato del distretto di Spin Boldak, in prossimità
del confine con il Pakistan.
Irlanda: domani elezioni politiche anticipate Domani,
la popolazione della repubblica di Irlanda voterà per un nuovo governo. E’ stata la
crisi economica e in particolare la crisi delle banche a portare aLLE elezioni anticipate.
Brian Cowen, capo del Fianna Fein, ha annunciato la fine del suo governo qualche settimana
fa e ha aperto la campagna elettorale dominata dalle questioni economiche. Il servizio
da Dublino di Karen Creed:
I sondaggi
annunciano il sorpasso del partito dei democratici di centro, Fine Gael, sul partito
dei repubblicani Fianna Fáil. Sarebbe la prima volta da 1927. Secondo partito diventerebbe
il partito laburista. E la prospettiva, sempre secondo i sondaggi, è di un governo
di coalizione Fine Gael-Laburisti. Per il Partito Verde, che era nella coalizione
con il Fianna Fáil durante quest'ultimo governo, si aspetta un calo per la delusione
di promesse insoddisfatte. Per lo Sinn Fein, invece, dovrebbe esserci un aumento di
voti. Dopo l'elezione, i membri del nuovo governo si incontreranno il 9 marzo per
nominare il nuovo Taoiseach, cioè IL primo ministro. Per gli elettori in Irlanda,
il problema più grande è rappresentato dalla crisi economica e dal debito con l’Unione
Europea e il Fondo monetario internazionale (Fmi). In molti chiedono un governo onesto
in grado di creare posti di lavoro contro la crescente disoccupazione. C’è preoccupazione
per il futuro del Paese, ma c’è la soddisfazione per l’opportunità di votare un nuovo
governo. I partiti principali sono d'accordo che il recupero economico dovrebbe essere
la priorità sopra gli altri obbiettivi. Alle ultime elezioni ha votato il 58% della
popolazione e per questa elezione ci si aspetta una percentuale maggiore.
Wikileaks Il
Tribunale di Londra ha concesso l'estradizione in Svezia del fondatore di Wikileaks,
Julian Assange. Il giudice britannico, Howard Riddel, ha accolto la richiesta della
magistratura svedese che vuole sentire il fondatore di Wikileaks per accuse di stupro.
Gli avvocati di Assange hanno già presentato appello contro il verdetto di estradizione.
Senza il ricorso alla High Court, Assange sarebbe estradato in Svezia entro dieci
giorni.
Costa d’Avorio Torna la violenza in Costa d’Avorio. Da oltre
24 ore, infatti, è in corso una battaglia ad Abobo, quartiere popolare alla periferia
settentrionale di Abidjan e roccaforte di Alassane Ouattara, unico candidato internazionalmente
riconosciuto quale legittimo vincitore del ballottaggio presidenziale del 28 novembre
scorso.
Italia, fiducia sul decreto milleproroghe Il governo italiano
ha posto la fiducia sul maxiemendamento interamente sostitutivo del decreto milleproroghe,
che aveva ricevuto rilievi da parte del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, e che
è all'esame della Camera. Il voto si terrà domani mattina. Dopo la fiducia alla Camera,
il testo tornerà al Senato per un’approvazione sul filo di lana attesa per sabato
mattina. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 55